È stato pubblicato dalla rivista scientifica Cellular and Molecular Life Science” uno studio coordinato dalla ricercatrice Paola Tognini dell’università di Pisa. Nella dimostrazione viene illustrato come l’effetto del digiuno possa essere molto stressante per l’organismo, con ripercussioni per le attività cerebrali. In particolare viene messo in evidenza come un lungo periodo in assenza di cibo, potrebbe alterare gli stimoli inviati dalle cellule al cervello, modificando sostanzialmente anche il ciclo del sonno e le funzioni motorie. Una ripercussione che continuerebbe anche dopo la reintroduzione di una corretta alimentazione, per effetto della memoria delle attività cellulari. La ricercatrice spiega che, quando l’organismo è a digiuno, per difendersi produce corpi chetonici che raggiungono il cervello modificandone le corrette funzionalità ed alterando la struttura di alcune proteine a stretto contatto con il DNA.



Il digiuno negli anni è stato pubblicizzato ampiamente come una forma di dieta efficace nella perdita di peso, inoltre alcuni esperti nutrizionisti ne avevano anche sottolineato alcuni potenziali effetti benefici per corpo e mente. I rischi, secondo questa nuova ricerca, invece potrebbero essere drammatici. Premesso che in qualsiasi tipo di modifica drastica dello stile alimentare è sempre consigliato farsi seguire da un medico, per quanto riguarda adottare un regime di digiuno, anche intermittente occorre essere sempre consapevoli delle possibili conseguenze sull’organismo.



Gli effetti del digiuno sul cervello e come lo cambia

Secondo questa ricerca, l’alterazione della cromatina, in seguito ad un periodo di scarso nutrimento, potrebbe rappresentare una forte fonte di stress nelle attività cerebrali. Una delle conseguenze potrebbe essere proprio quella dell’alterazione del ciclo circadiano, cioè l’orologio biologico che regola le attività del cervello e il sonno nelle 24 ore della giornata, alternando giorno e notte.

Ma oltre alla spiegazione scientifica degli effetti del digiuno a livello cerebrale, la ricerca è molto importante per quanto riguarda il progresso tecnologico medico, per la cura di alcune malattie del sistema nervoso. Come spiega Sara Cornuti, dottoranda e autrice della prima versione dell’articolo: “Con questo studio si aprono nuove frontiere per l’utilizzo della nutrizione o dei supplementi alimentari come strategie alternative o adiuvanti per il trattamento di disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo”.