FELICE GIMONDI, COME È MORTO E L’ANNIVERSARIO DEL MONDIALE 1973

Oggi 2 settembre ricorre il cinquantesimo anniversario del Mondiale di ciclismo vinto a Barcellona nel 1973 da Felice Gimondi, il leggendario ex ciclista bergamasco che è morto il 16 agosto 2019 per un malore mentre faceva il bagno nelle acque di Giardini Naxos, in Sicilia. Felice Gimondi era in vacanza insieme alla famiglia, in seguito al suo malore è intervenuta anche una motovedetta della Guardia Costiera, ma tutti i tentativi di rianimarlo da parte dei medici sono stati inutili. Gimondi aveva qualche problema di cuore, stava bene ma secondo i soccorritori è morto per un infarto mentre faceva il bagno.



Una morte improvvisa che scosse il mondo del ciclismo, perché Felice Gimondi ha scritto la storia con le sue tante vittorie e anche con le sconfitte, perché le tante battaglie con un certo Eddy Merckx hanno regalato emozioni che restano nitide anche a mezzo secolo di distanza. Uno dei giorni più felici fu proprio domenica 2 settembre 1973, quando il Mondiale di ciclismo su strada fu ospitato sul circuito del Montjuic a Barcellona. Felice Gimondi vinse ed indossò la maglia iridata di campione del Mondo imponendosi in una volata di un gruppetto di quattro uomini, tutti fenomeni del ciclismo del tempo. C’era appunto Gimondi, il belga Freddy Maertens che arrivò secondo, il padrone di casa spagnolo Luis Ocana che chiuse al terzo posto e per il Belgio c’era anche Eddy Merckx, che chiuse clamorosamente quarto su quattro.



FELICE GIMONDI, LE MIGLIORI VITTORIE DI UNA CARRIERA LEGGENDARIA

Naturalmente il Mondiale 1973 fu solamente una delle perle della carriera di Felice Gimondi. Spiccano anche tre Giri d’Italia, un Tour de France, una Vuelta, due Giri di Lombardia, una Milano Sanremo, una Parigi Roubaix e tanto altro: Gimondi è uno dei soli tre ciclisti della storia ad avere vinto tutti e tre i grandi Giri, il Mondiale e almeno una classica monumento, perché come lui ci sono solo Eddy Merckx e Bernard Hinault. Che il bergamasco fosse un fenomeno si capì già al primo anno da professionista, il 1965, grazie al terzo posto al Giro d’Italia e ancora di più il clamoroso trionfo al Tour de France a soli 22 anni. Nel 1966 ecco le vittorie alla Parigi Roubaix e al Giro di Lombardia; nel 1967 il trionfo al Giro d’Italia e all’inizio del 1968 il successo alla Vuelta (che si correva ancora in primavera), per completare la ‘collezione’ delle più ambite corse a tappe.



Poi la concorrenza di Eddy Merckx si fece sempre più ostica e Felice Gimondi si trovò a vestire quasi i panni di un “eterno secondo”, che però ovviamente sarebbe riduttiva per il bergamasco, che fa ancora in tempo a vincere il Giro d’Italia 1969 prima del grande finale di carriera che iniziò proprio a Barcellona, 50 anni fa esatti. Il Mondiale (dopo il secondo posto del 1971) fu seguito poche settimane più tardi dal secondo Giro di Lombardia, conquistato in maglia iridata come d’altronde anche la Milano-Sanremo del 1974. Infine l’ultimo capolavoro al Giro d’Italia 1976, dove Felice Gimondi vinse la tappa con arrivo nella sua Bergamo e il giorno successivo nella cronometro di Arcore tolse la maglia rosa a Johan De Muynck, vincendo il suo terzo Giro d’Italia.