Chi era Stefano D’Orazio?

Stefano D’Orazio (classe 1948) era il batterista dei Pooh ed era un loro grande amico. Stefano è morto nel 2020 lasciando di sasso i suoi familiari e i suoi colleghi e amici che non perdono occasione per ricordarlo e portarlo sempre con loro. I Pooh lo hanno omaggiato anche nel corso del Festival di Sanremo 2023, hanno cantato come ospiti e attraverso un tendone ha cantato e suonato anche Stefano e il suo ricordo. Stefano non aveva figli, amava la musica ma anche Tiziana Giardoni, che è stata la sua compagna dal 2007 al 2017 e poi in quell’anno è diventata sua moglie.



Dopo la morte di Stefano, molti grandi artisti gli hanno dedicato dei brani musicali: “Una storia al presente”, “L’ultima parola”, “Che Meraviglia”, con testo di Maria Francesca Polli e poi nel 2021, la moglie, ha pubblicato il suo primo romanzo: “Tsunami”. Tra le dichiarazioni più forti che abbiamo sentito dopo la scomparsa del batterista dei Pooh, c’è stata proprio quella della moglie, che a Verissimo aveva dichiarato: “Quando Stefano è scomparso sono morta insieme a lui. Dopo il ricovero non l’ho più visto, neanche nella cassa da morto”.



Com’è morto Stefano D’Orazio?

Le dure dichiarazioni della moglie di Stefano D’Orazio si devono anche al fatto che il batterista dei Pooh è morto nel periodo di piena pandemia Covid-19, in cui molte cose non erano possibili, tra cui quella di stare accanto alle persone amate in stato di malattia o morte. Fu proprio il Covid a stroncare la vita di Stefano D’Orazio, ma fu solo l’elemento decisivo perché già prima della pandemia D’Orazio aveva una grave malattia: la leucemia.

Aveva 72 anni, il mondo dello spettacolo restò di sasso e i Pooh rilasciarono le prime dichiarazioni solo dopo aver elaborato il lutto. Tra le ultime dichiarazioni di Stefano, una è particolarmente significativa, al Corriere della Sera, dopo il suo ultimo concerto, Stefano aveva dichiarato: “La mattina dopo il mio ultimo concerto a Milano, quello dell’addio, mi sono svegliato con un incredibile senso di vuoto, dopo 38 anni di Pooh ero all’improvviso un ex suonatore di tamburo…” ma Stefano si sbagliava perché dopo la sua morte, migliaia di persone hanno celebrato il suo ricordo e i Pooh hanno continuato a portare il suo ricordo con loro sopra i palcoscenici più importanti d’Italia e ad omaggiarlo.