Esportare segretamente le proprie merci attraverso il mare: è quel che sta provando a fare la Russia insieme ad altri Paesi. Lo segnala Zeit, in un articolo in cui cita Windward, una piccola società di consulenza con sede a Tel Aviv che ha notato uno strano fenomeno nei mari. In particolare, un gigantesco trasportatore di petrolio, una super petroliera, che sembrava essere scomparsa al largo delle coste della Namibia. I dati della guardia costiera hanno mostrato che navigava lungo la costa occidentale africana da diversi giorni, poi all’improvviso è diventata invisibile, ma era ancora lì. Infatti, trasmetteva i dati sulla sua posizione via radio. Allora la società israeliana ha lanciato un messaggio di allarme, con un sospetto: questa petroliera poteva essere coinvolta nel contrabbando di petrolio russo. Il nuovo embargo petrolifero presenta delle scappatoie: può essere importato direttamente tramite Turchia o India e basta mettere in vendita miscele di petrolio senza che sia chiara la quota russa.
Così la costa occidentale africana è diventata una specie di triangolo delle Bermuda, dove super petroliere scompaiono per giorni per poi riapparire in altre parti del pianeta, presumibilmente con un carico di contrabbando verso destinazioni pronte. “L’Atlantico medio-settentrionale è ora un noto centro di attività torbide che coinvolgono navi cariche di petrolio russo“, osservano gli analisti di Windward in un nuovo rapporto. “E recentemente, un cambiamento in questa attività ha iniziato a verificarsi nelle regioni atlantiche più meridionali“. Quella petroliera avvistata in Namibia, comunque, era diretta in Malesia. Ma non è stata segnalata alcuna sosta o rifornimento durante il tragico. “Ciò suggerisce che la nave era carica di petrolio durante il periodo in cui inviava dati di posizione falsificati, in una regione nota per il contrabbando di petrolio russo“, si legge nel rapporto di Windward.
“RUSSIA HA FLOTTA OMBRA DI OLTRE 100 PETROLIERE”
Ma quello descritto da Zeit non è l’unico caso. Un’altra petroliera russa ha cercato di camuffare la sua posizione per infrangere le sanzioni. Il Financial Times parla di un’altra prova che gli operatori legati a Mosca hanno acquisito gli strumenti per aggirare le sanzioni occidentali all’esportazione di petrolio imposte come ritorsione per l’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin. Questa scoperta è stata fatta dalla ong Global Fishing Watch (il cui lavoro è stato finanziato dalla Defence Innovation Unit del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti nell’ambito di un programma volto a comprendere i punti deboli dei sistemi di navigazione e monitoraggio satellitare) ed è stata verificata in modo indipendente dal quotidiano britannico. I broker marittimi ritengono che la Russia abbia accumulato una “flotta ombra” di oltre 100 petroliere per trasportare il greggio ed eludere il divieto dell’Ue sulle importazioni di petrolio via mare e l’iniziativa del G7 per imporre un tetto massimo i prezzi del greggio russo spedito altrove. “Negli ultimi mesi abbiamo visto navi cisterna russe effettuare quelle che sembrano esercitazioni [per le sanzioni]“, ha dichiarato Samir Madani, cofondatore e amministratore delegato di TankerTrackers.com, un servizio che riporta le spedizioni di greggio.
IL CASO DELLA KAPITAN SCHEMILKIN
GFW ha scoperto come la nave cisterna Kapitan Schemilkin abbia compiuto due viaggi usando tecniche di occultamento sperimentate da Venezuela e Iran, altri due Paesi che non possono esportare petrolio. La nave ha visitato prima un ormeggio offshore vicino a Malta tra maggio e luglio, poi la centrale elettrica Teknecik a nord di Cipro un mese dopo. In entrambi i casi, la petroliera ha trasmesso posizioni false tramite il suo transponder Automatic Identification System (AIS), mostrando che stava navigando in cerchio nelle acque greche. Lo spoofing del Kapitan Schemilkin è stato più “sottile” perché, ad esempio, inviava un segnale di navigazione in forme geometriche perfette. Infatti, GFW ha usato le immagini radar satellitari dell’Agenzia Spaziale Europea per dimostrare che il Kapitan Schemilkin non si trovava nei luoghi in cui dichiarava di essere. Ha anche scoperto che quando la nave dichiarava di navigare al largo della Grecia, i segnali venivano a volte captati dai satelliti per le telecomunicazioni in un’altra parte del Mediterraneo.