Il 4 marzo 2018 resterà una data indimenticabile per i tifosi della Fiorentina e non solo: il calciatore Davide Astori fu trovato senza vita in un hotel a Udine che ospitava la squadra di cui era capitano, prima della partita contro l’Udinese, in occasione del 27esimo turno di Serie A. Due giorni dopo la morte, come rammentava un articolo di Adnkronos dell’epoca, giunse l’esito dell’autopsia sul corpo del calciatore che parlava di “Morte cardiaca senza evidenza macroscopica, verosimilmente su base bradiaritmica”. IL cuore dell’ex difensore della Fiorentina, avrebbe rallentato il battito fino a fermarsi.
A riferire le cause del decesso ai microfoni della trasmissione La Vita in Diretta fu il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, che dichiarò: “In base alle evidenze dell’esame autoptico effettuato in data 6 marzo 2018 sul cadavere di Astori Davide Giacomo, in riferimento alla causa di morte, la si può indicare come causa di morte cardiaca, senza evidenze macroscopiche, verosimilmente su base bradiaritmica, con spiccata congestione poliviscerale ed edema polmonare”. Lo stesso precisò tuttavia che per la diagnosi definitiva occorreva attendere gli esiti di approfonditi esami istologici.
COM’È MORTO DAVIDE ASTORI? LE CAUSE EMERSE DALLA SUPER PERIZIA
Per la morte di Davide Astori si è svolto un processo che si è concluso solo nelle passate settimane e secondo il quale il decesso del calciatore non fu solo una tragica fatalità, ma la conseguenza di valutazioni sbagliate. Per questo è stato condannato dal tribunale di Firenze ad un anno di carcere il prof. Giorgio Galanti accusato di omicidio colposo per non aver valutato in modo corretto alcune anomalie emerse durante la prova da sforzo e che per il pm Antonino Nastasi avrebbero dovuto imporre accertamenti più approfonditi attraverso holter e risonanza magnetica ma che secondo la super perizia disposta dal gup, sarebbero state in ogni caso difficilmente intercettabili.
Secondo il medico legale Gian Luca Bruno e il cardiologo Fiorenzo Gaita, infatti, Astori era afflitto da una patologia silenziosa particolarmente subdola e difficile da intercettare soprattutto in un uomo giovane e forte come lui, senza alcun sintomo nè familiarità. Secondo i periti, dunque, la morte del capitano della Fiorentina non poteva essere evitata. La perizia, spiega Il Mattino, avrebbe così confermato le cause della morte individuate dal medico legale, secondo cui Astori morì nel sonno per una aritmia ventricolare maligna, provocata dalla grave patologia cardiaca della quale soffriva e che non gli fu mai diagnosticata. Secondo i periti, la notte in cui si sentì male, mentre si trovava solo in camera d’albergo, Astori si sarebbe potuto salvare solo se gli fosse stato installato in precedenza un defibrillatore. Eventualità tuttavia impensabile in assenza di una diagnosi.