Giorgio Panariello e il rapporto con la madre: “Non ho mai nutrito…”

Giorgio Panariello ha avuto un’infanzia difficile. Il comico toscano è infatti cresciuto con i nonni pensando fossero i suoi genitori. La madre lo andava a trovare solo per Natale presentandosi in casa come un’amica di famiglia: “Non ho mai nutrito risentimento nei suoi confronti, ma neanche amore, perché non mi ha insegnato a farlo. Non ho mai provato niente per lei. La vedevo che arrivava a portarci i regali, ma per me era una signora, e ogni volta arrivava con un fidanzato diverso. Il mio amore materno si è talmente concentrato su mia nonna”. Il padre di Panariello invece è sempre stato assente e non si è fatto vivo nemmeno quando lui è diventato famoso: “Non si è fatto vivo neanche quando sono diventato famoso. Ed è strano, perché molti si fanno vivi quando raggiungi la fama. Ma lui non lo ha fatto. Ed io, ogni volta che andavo in tv, mi chiedevo se mi stesse guardando”.



Giorgio Panariello conosce poi il fratello Franco quando era ancora un bambino. Lui stesso ne ha parlato in un’intervista a Domenica In: “Era Natale e mia mamma (che ancora non si era presentata come tale), arrivò insieme a questo bambino. L’ho conosciuto in quel momento ma io sentivo che c’era. Fra le gambe dei grandi c’era questo ragazzino secco secco con l’occhio storto e ho percepito fosse qualcosa di più che un semplice amico”.



Com’è morto Francesco Panariello? Il fratello Giorgio chiarisce le cause

Francesco Panariello, il fratello di Giorgio, fu trovato morto il 26 dicembre 2011 su una panchina in piazza della Repubblica a Viareggio. I due fratelli avevano costruito un bel rapporto tanto che Giorgio aveva aiutato il fratello nella lotta contro la droga. Durante il programma Domenica In, Panariello aveva specificato i motivi che avevano portato alla morte del fratello. Inizialmente infatti si era parlato di overdose ma Giorgio ha smentito questa ipotesi: “Mio fratello non è morto per overdose si è sentito male durante una cena ed è stato abbandonato sul lungomare di Viareggio come un materasso. E’ morto di ipotermia, perché è stato tutta la notte al ghiaccio. Potevo essere io, mio fratello. Ci sono momenti della mia vita in cui io stesso ho provato disperazione e stavo per cadere nella trappola delle sostanze stupefacenti, a noi due mancava il piglio di un genitore, del controllo. Io mi sono fermato in tempo. Se non avesse incontrato l’eroina, mio fratello sarebbe me”.



Giorgio Panariello aveva anche spiegato che un giorno in preda alla disperazione lasciò un biglietto al fratello: “C’era scritto ‘Mi spiace soltanto non poterti dimostrare che vivere come vivo io sia meglio’. Io sapevo che stava male, avevo capito che faceva uso di droghe pesanti e per cercare di aiutarlo ho provato ad entrare nel suo giro. La verità, però, è che i suoi amici, di fronte a me, si limitavano a fare qualche canna: percepivano che ero là per capire cosa facesse Franco in quelle giornate sane in cui spariva”. Il comico ha ricordato il fratello nel libro Io sono mio fratello che ha registrato un record di vendite.