Uno degli aneddoti più discussi della morte di Rino Gaetano riguarda una canzone, La ballata di Renzo, inedita, scritta e cantata dall’artista prima della sua tragica dipartita. La curiosità sta nel fatto che questo testo, pur essendo antecedente dunque alla sua morte, sembra quasi descriverla. Nel brano, infatti, non solo ci sembra di essere su quella strada notturna in cui morì, ma vengono anche citati gli ospedali poi contattati per trasportarlo. Ecco infatti la parte in questione: “La strada era buia, s’andò al S. Camillo e lì non l’accettarono forse per l’orario, si pregò tutti i santi ma s’andò al S. Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero”. (Aggiornamento di Anna Montesano)



La testimonianza del camionista

Il 2 giugno del 1981, mentre era a bordo della sua Volvo di ritorno da una serata passata nei locali, Rino Gaetano finì sulla corsia opposta a quella che stava percorrendo. Un camionista cercò allora di attirare la sua attenzione suonando il clacson ma fu tutto inutile: Rino andò a sbattere e quanto accadde subito dopo è ormai ben noto. Stando a quanto riporta l’Huffington post, dopo l’incidente “Si parlò di possibile collasso da parte di Gaetano, mentre l’autista del camion, che prestò i primi soccorsi, disse di aver visto Gaetano accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi solo pochi attimi prima dell’impatto.” Parole che, dunque, fanno intendere che il cantante fu vittima di un malore prima dell’incidente. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Il ricordo di Vittorio Sgarbi

Sulla morte di Rino Gaetano si è tanto parlato e discusso, soprattutto per la corsa in ospedale e la necessità di essere trasportato poi un’altra struttura adatta a curare i traumi cranici da lui riportati dopo il grave scontro in auto. Oggi, a 40 anni dalla morte dell’artista, in tanti hanno voluto ricordarlo. Uno tra questi è Vittorio Sgarbi che, su Facebook, gli ha dedicato queste parole: “Il 2 giugno del 1981, 40 anni fa, Rino Gaetano moriva in un incidente stradale. Mi piace ricordarlo con queste sue parole, pronunciate poco prima di un concerto sulla spiaggia di Capocotta nel 1979.” Le parole di Rino furono: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo. Non ci riusciranno. Sento che in futuro le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa capiranno che cosa voglio dire questa sera».  (Aggiornamento di Anna Montesano)



Com’è morto Rino Gaetano? A 40 anni di distanza ancora non è chiaro

Il cantante Rino Gaetano morì il 2 giugno 1981, almeno non secondo fonti non ufficiali. Ad essergli fatale fu un incidente d’auto sulla Nomentana ma molti altri sono convinti che la sua morte si poteva evitare. Nel tempo sono sorte diverse teorie, dalla predizione al rifiuto da parte di tre ospedali, ma le stesse che sono state smentite dalla sorella del cantautore, Anna, che ha voluto chiarire in un’intervista di qualche anno fa: “Non è vero che Rino fu rifiutato dagli ospedali. Questa è una leggenda. Quando fu estratto dalle lamiere venne portato al Policlinico Umberto I perché era il posto più vicino ma non vi era una sala operatoria attrezzata per la craniolesi e non l’avevano neppure gli altri ospedali contattati telefonicamente”.

C’è qualcosa che però alimentato le leggende intorno alla sua morte e, in particolare, La ballata di Renzo, una canzone scritta dieci anni prima e rimasta inedita, in cui si racconta proprio della morte di del giovane Renzo investito da un’auto e morto per le mancate cure, rifiutato dagli ospedali di Roma per mancanza di posti nominando proprio i tre ospedali che lo avrebbero ‘rifiutato’, ovvero il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo.

La causa della morte di Rino Gaetano? L’incidente e poi le leggende

A ricamare poi sulla morte di Rino Gaetano ci ha pensato un avvocato penalista campano che sulla sua morte ha pubblicato ben tre libri rivelando di avere prove schiaccianti che i servizi segreti siano coinvolti in quanto gli amici del cantautore erano agenti segreti, collegati alla Cia americana e ai servizi segreti italiani. Come se questo non bastasse, l’avvocato sostiene che addirittura Rino fosse affiliato alla massoneria e la prova era nella sua amicizia con Elisabetta Ponti, la figlia del medico personale di Licio Gelli. Inutile dire che queste teorie sono sempre state rifiutate dalla sorella di Rino Gaetano e non solo.