Com’è morto Sammy Basso? Il ruolo della malattia

Nella mattinata di oggi è stata diffusa la tristissima notizia della morte di Sammy Basso, il giovane che ci eravamo abituati a vedere comparire – di tanto in tanto – in questo o quell’altro programma per ricordare a tutti la sua eterna lotta contro la progeria (meglio nota anche con il colloquiale nome di ‘malattia dell’invecchiamento precoce‘ per via dei suoi singolari sintomi): a dare l’annuncio del decesso è stata l’Associazione italiana progeria che lo stesso Sammy Basso fondò nel 2005, tramite un accorato post condiviso sui suoi profili social.



Per ora non ci è ancora dato sapere i dettagli precisi della morte di Sammy Basso, ma sappiamo che tutto sarebbe successo in una frazione di minuti ieri sera – sabato 5 ottobre 2024 – mentre il ragazzo si trovava a cena alla Villa Razzolini Loredan di Asolo dopo essere rientrato – pochi giorni fa – da un lungo viaggio in Cina: il 28enne si sarebbe improvvisamente accasciato al suolo e nonostante il rapidissimo intervento dei sanitari del 118 non ci sarebbe stato – purtroppo – nulla da fare se non constatarne l’avvenuto decesso ancor prima di arrivare al vicino ospedale.



Chi era Sammy Basso: dalla nascita alle lauree, passando per la diagnosi di progeria

La vita di Sammy Basso – come accennavamo poche righe fa – è stata quasi interamente dedicata alla lotta, all’informazione e alla ricerca contro sulla progeria; ma prima di arrivarci è interessante ricordare che nacque nel 1995  – precisamente il primo dicembre – in quel si Schio presentando alcuni sintomi che inizialmente non furono inquadrati nella loro effettiva cornice di senso. Mentre Sammy cresceva i sintomi si facevano sempre più evidenti e la primissima diagnosi vera e propria – dopo diversi mesi a brancolare nel buio – arrivò all’alba dei suoi 3 anni, nel gennaio del 1998: fu uno dei primi casi conclamati e diagnosticati in un’Italia che all’epoca conosceva poco la rarissima malattia.



Nel frattempo, Sammy Basso ha avuto la forza di non farsi abbattere dalla sua rara malattia e già nel 2014 tentò di laurearsi in Fisica per seguire il sogno di lavorare al Cern di Ginevra; salvo poi cambiare percorso e laurearsi prima in Scienze biologiche e poi nel corso magistrale padovano in Molecular Biology nutrendo l’ambizione di dedicarsi interamente alla ricerca sulla progeria. In tutto questo, non ha mai abbandonato il suo sogno di girare il mondo che è finito anche al centro di un famosissimo libro – ‘Il viaggio di Sammy‘ – che è stato anche trasposto in parte in un documentario di National Geographic che racconta (appunto) il suo percorso tra Chicago e Los Angeles lungo la famosissima Route 66.