Domenica 18 febbraio, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli, ovvero i Pooh, saranno ospiti di Verissimo per parlare dei loro grandi successi ma soprattutto del loro grande rapporto d’amicizia; in studio insieme a loro non mancherà l’amico ed ex batterista e cantante dei Pooh Stefano D’Orazio, morto nel 2020, ma in qualche modo sempre vicino a loro. Ma vediamo Com’è morto Stefano D’Orazio, classe 1948, che entrò a far parte dei Pooh nel 1971.
Lui e gli altri componenti della band avevano instaurato col tempo un rapporto pari a quello familiare e proprio per questo quando nel 2020 a causa della pandemia i Pooh non poterono neanche andare a trovare Stefano in ospedale, furono travolti come tutti e come la moglie dell’artista Tiziana Giardoni, da un enorme senso di angoscia, impotenza e tristezza. Non fu solo il Covid-19 però a stroncare la vita di Stefano, allora 72enne, ma fu una lunga malattia, che l’artista affrontò per anni al fianco della moglie ma tenendo la stampa e gli stessi Pooh all’oscuro delle sue reali condizioni di salute. Il lutto di Stefano D’Orazio fu duro da metabolizzare anche per questo, i Pooh erano sempre stati rassicurati, poi solo quando fu troppo tardi scoprirono che Stefano lottava da anni contro una grave malattia autoimmune e che la situazione in realtà era molto delicata.
Tutti i retroscena sulla morte di Stefano D’Orazio: le dichiarazioni della moglie Tiziana
Dopo la morte di Stefano D’Orazio, l’amico Dodi Battaglia aveva dichiarato: “Non sembrava niente di così allarmante. È devastante immaginarlo morire in solitudine”.
Su Nessuno aveva parlato delle sue condizioni per privacy, solo dopo la sua morte, la moglie Tiziana raccontò tutta la verità a Verissimo: “Non era malato di leucemia. Da due anni aveva una malattia autoimmune infiammatoria e stavamo cercando una cura ma le sue difese immunitarie erano molto basse”. La malattia di Stefano era delicata ma quando diventò positivo al Covid-19 per lui non ci fu scampo. Tiziana a Verissimo raccontò tutta la vicenda in lacrime e piena di sensi di colpa: “Mio papà, nell’ottobre 2020, aveva sconfitto il cancro dopo sei anni e voleva festeggiare a cena, io ero un po’ restia ad andare per la pandemia ma Stefano mi convinse. Mai avrei pensato potesse succedergli qualcosa. Nella notte gli è salita la febbre, era positivo e ho chiamato l’ambulanza per evitare complicazioni, vista la sua condizione di salute. Ho pregato i dottori di poter andare insieme a lui in ospedale perché io stessa ero positiva, ma non c’è stato modo di convincerli. Da quel momento in poi non l’ho più sentito e visto, neanche nella cassa da morto. Quando è scomparso sono morta insieme a lui”.