Come si prende la decisione giusta? Un quesito che turba l’animo umano sin dalla genesi della specie e al quale risulta da sempre oggettivamente arduo e complicato fornire una risposta inattaccabile e capace di eludere qualsivoglia congiunzione avversativa. Eppure, lo scrittore Steven Johnson è convinto di avere centrato l’obiettivo e nel suo libro “La moglie di Darwin” spiega esattamente come fare a maturare un processo decisionale che ci conduca verso l’opzione migliore per noi, per le nostre aspettative, per il nostro domani.



Johnson, come evidenzia il quotidiano “Libero”, è partito da un dato di fatto: ogni giorno gli esseri umani sono costretti a trovarsi faccia a faccia con delle scelte da compiere, il cui livello di difficoltà è estremamente variabile (si va dalla volontà o meno di rispondere a un messaggio sul proprio smartphone sino alle azioni che possono determinare il futuro lavorativo e familiare). Acquisita tale consapevolezza, lo scrittore è arrivato a domandarsi come abbiano fatto, nella storia, ad assumere decisioni complicate i grandi personaggi (da George Washington a Barack Obama), individuando metodologie e procedure che possono aiutare tutti noi a individuare senza esitazioni o ripensamenti di sorta l’itinerario migliore per il nostro avvenire.



DECISIONE GIUSTA: ECCO LA TECNICA PER INDIVIDUARLA

Secondo quanto esplicato da Johnson e riportato da “Libero”, la decisione giusta può essere assunta seguendo un semplice procedimento scientifico, uno schema a cui ricorrere nei momenti di maggiore difficoltà e che può rivelarsi d’aiuto per uscire dalle sabbie mobili del pensiero nelle quali, di tanto in tanto, il nostro cervello rimane prigioniero. In particolare, l’autore parla di tre fasi: l’elaborazione di una mappa accurata, che inglobi tutte le variabili possibili; la formulazione di previsioni riguardanti le conseguenze possibili derivate dalle scelte fatte; la scelta finale, mettendo sul piatto della bilancia quello che potrebbe succedere.



Facile a dirsi, probabilmente molto più difficile a farsi. Eppure, questo fil rouge attraversa tutto il percorso narrativo dell’opera di Johnson, il quale riesce, senza generare confusione, a rendere ogni cosa chiara e limpida agli occhi dei lettori. Perché, come sostiene lui stesso, la letteratura getta sulla scienza “un tipo di luce diversa. E vediamo più lontano quando entrambe le luci, quella della scienza e quella della letteratura, sono accese”.