GIOVANNI CIACCI SIEROPOSITIVO: “CON LE CURE GIUSTE NON SI TRASMETTE IL VIRUS”

Giovanni Ciacci è un fiume in piena quando, in diretta al Grande Fratello Vip, tiene a spiegare cosa significa essere sieropositivi. “HIV non è sinonimo di morte. – chiarisce subito – Con la sieropositività una volta si sopravviveva, ora si vive! È una infezione che riguarda tutti, non solo gli omosessuali e la cosa più importante è la prevenzione! I ragazzi possono fare il test gratuito ovunque.”



E continua spiegando che la vita che si può fare attraverso le cure è quella di una persona che non ha questa infezione: “Esistono delle cure antiretrovirali che se non si fa si può attaccare il virus. Io sono stato fortunato perché sono stato preso in tempo. L’importante è annullare la viralità del virus. Oggi posso fare l’amore senza preservativo senza infettare il mio compagno, lo stesso anche se mi ferissi e qualcuno venisse a contatto col mio sangue. Von le cure non si è contagiosi.” (Aggiornamento di Anna Montesano)



COME SI TRASMETTE IL VIRUS HIV?

Come ci si infetta col virus HIV e quali sono le modalità più comuni di trasmissione? Quando si parla di AIDS, di HIV e di sieropositività spesso si fa confusione, tendendo a utilizzare i termini come sinonimi, senza contare che oggi di questa sindrome sono affette decine di milioni di persone in tutto il mondo (dato che ancora non è stato messo a punto un vaccino nonostante i recenti progressi della scienza in questo campo) e che il tasso di infezione ogni anno -specialmente nei Paesi più poveri del mondo– per quella che è da tempo classifica come una pandemia è davvero molto alto.



Anche per questo motivo è importante sapere quali sono le modalità di trasmissione del virus HIV (Human Immunodeficiency Virus 1), un genere di retrovirus che causa un’infezione molto pericolosa e che, se non trattata, porta alla cosiddetta sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). Innanzitutto, prima di passare a una piccola classificazione delle modalità di contagio è bene ricordare che l’HIV si trasmette unicamente attraverso i liquidi biologici dell’organismo di soggetti che o sono inconsapevoli di essere sieropositivi oppure non sono ancora sottoposti a una adeguata terapia antivirale; questi liquidi biologici ovviamente sono il sangue e tutti i suoi derivati, ma anche lo sperma maschile e le secrezioni vaginali e senza dimenticare pure il latte materno.

MODALITA’ DI CONTAGIO EMATICO, SESSUALE O ‘VERTICALE’

Parlando della trasmissibilità dell’HIV e delle modalità di contagio bisogna anche dire che non sempre le persone infette trasmettono il virus: nonostante i timori di molti, non v’è trasmissione in mancanza di scambi di sangue o di rapporti sessuali, e anche in questi casi la trasmissione come accennato avviene solo per ignoranza della propria condizione da parte del soggetto o mancato raggiungimento della soppressione virale attraverso terapie mirate. La trasmissibilità dipende pure dalla quantità di virus presente nel sangue o nelle secrezioni genitali e va ricordato che è più elevata nelle prime settimane dopo l’infezione, mentre è quasi pari a zero a seguito di una terapia farmacologica efficace.

Una delle modalità più comuni di trasmissione è quella sessuale, ovvero rapporti etero/omosessuali non protetto: da qui, nell’ambito delle campagne per la sensibilizzazione alla lotta all’AIDS, l’invito a usare profilattici e metodi di prevenzione PrEP (pre-esposizione con una combinazione di farmaci) o U=U (Undetectable=Untrasmittable, ovvero la persona è in terapia con farmaci che mantengono a livelli bassi la carica virale). La seconda modalità di trasmissione è quella ematica (quella più diffusa e non, erroneamente come si pensa, il sesso) e avviene con lo scambio della stessa siringa tra più soggetti o la condivisione di strumenti per l’uso di sostanze psicoattive (senza dimenticare gli aghi per tatoo e piercing; a tal proposito non va dimenticato nemmeno la casistica delle trasfusioni di sangue già contaminato). Infine si parla di trasmissione “verticale” quando l’infezione passa dalla madre al neonato durante la gravidanza o il parto, mentre più rara è l’eventualità che la trasmissione si verifichi mediante l’allattamento al seno.