Via alle Elezioni USA 2024: oggi si voterà sia per il Presidente, che per il Congresso
Si aprono ufficialmente oggi, martedì 5 novembre, le urne per le Elezioni USA 2024 che chiederanno a tutti i maggiorenni americani che godono del diritto di voto di scegliere – da un lato – il nuovo presidente che subentrerà a Joe Biden e – dall’altro – i membri che entreranno nel cosiddetto Congresso: aspetto (quest’ultimo) spesso dimenticato e che porta tantissimi a supporre che il presidente degli Stati Uniti sia una sorta di figura con poteri illimitati che non deve rispondere a nessuno delle sue scelte; quando in realtà ogni decisione deve passare dal Congresso.
Partendo dal principio, i candidati che ambiscono ad occupare un posto nel Congresso sono (ovviamente) unici per ognuno degli stati americani e ad ogni elettore è data la possibilità – che qui da noi chiameremmo ‘voto disgiunto‘ – di scegliere candidati di partiti diversi da quello del presidente per cui si è votato: la votazione avviene attraverso l’espressione di un nome specifico oppure (in assenza di preferenze) riconoscendo i voti ai capilista dei vari partiti sull’esatto modello che regge anche le nostre elezioni presidenziali.
Com’è composto e a cosa serve il Congresso degli Stati Uniti
Facendo un passetto indietro, il Congresso – che si insedierà assieme al vincitore delle Elezioni USA 2024 tra Donald Trump e Kamala Harris – va visto come un vero e proprio organo utile a controllare l’azione presidenziale garantendo che tutti i poteri siano perfettamente bilanciati: si divide in Camera dei Rappresentati (con 435 seggi ripartiti tra gli stati proporzionalmente al numero di abitanti) e Senato (in questo caso 100 membri, due per ogni stato) con competenze circoscritte rette del principio del bicameralismo perfetto secondo cui ogni decisione deve essere vagliata da entrambi gli organi.
Data la possibilità – tanto nelle Elezioni USA del 2024, quanto in quelle precedenti – di votare disgiuntamente può capitare che il Presidente si trovi a lavorare con la Camera o il Senato (se non entrambi) che hanno una maggioranza di consiglieri dell’opposizione: in questo caso si parla di ‘divided government‘ in cui ogni iniziativa presidenziale deve essere innanzitutto contrattata con l’opposizione con il rischio di uno stallo completo della legislatura che abbiamo visto – per esempio – nella questione degli aiuti all’Ucraina con Biden alla Casa Bianca; mentre sono pochissimi gli esempi di ‘united government‘ nella storia repubblicana statunitense.