“IL PAPA NON HA MAI PARLATO DI DIMISSIONI”: LE RASSICURAZIONI DEL CARDINALE PAROLIN
Dalle dimissioni “non a breve” alle dimissioni “mai”: occorre sbrogliare un equivoco sulla salute e sul ruolo del Pontefice oggi, dopo oltre un mese di ricovero all’ospedale Gemelli di Roma: il capire infatti come sta Papa Francesco è prima di tutto una legittima volontà di informarsi sulle condizioni di salute e lo stato clinico generale del Santo Padre colpito da infezione polimicrobica e, soprattutto, polmonite bilaterale.
Ma nella Chiesa l’interesse per la malattia di Papa Francesco è inevitabilmente legata al timore che possa portare ad esiti spiacevoli: il rischio della vita nei giorni più duri delle crisi respiratorie, e ora la domanda sulla possibilità delle dimissioni per uno stato di salute che potrebbe non consentire la piena ripresa alla guida della Chiesa. Ed è così che si “incrociano” due tipi di dimissioni che ieri sera negli aggiornamenti dal Vaticano sono stati entrambi “toccati”: la Sala Stampa ha spiegato che i miglioramenti del Papa sono evidenti, ma sono ancora “lievi”, il che significa che almeno nel breve periodo «le dimissioni dall’ospedale non sono imminenti».
Serviranno ancora diversi giorni, prevale la massima prudenza dello staff medico del Gemelli (che domani mercoledì 19 marzo 2025 tornerà ad informare direttamente con il bollettino ufficiale sulla salute di Papa Francesco): ma di “dimissioni”, questa volta dal ruolo di Pontefice, ha parlato ieri sera il Segretario di Stato Parolin, sottolineando che il Papa non ne ha mai parlato in questi lunghi giorni di difficile ricovero. A margine di un evento a Roma il n.2 del Vaticano, a domanda diretta dei giornalisti, ha spiegato che nell’ultima visita una settimana in ospedale l’ha trovato decisamente meglio, che «assolutamente non abbiamo mai parlato di dimissioni» dal ruolo di successore di San Pietro.
I MIGLIORAMENTI E LA LUNGA DEGENZA (IN ATTESA DEL BOLLETTINO DI DOMANI): COME STA OGGI PAPA FRANCESCO
Districato dunque il duplice senso del termine “dimissioni”, resta il grande effetto delle continue preghiere che il mondo cristiano rivolge al proprio Pontefice da ogni parte del mondo, con la commozione dello stesso Papa Francesco che ogni giorno ringrazia dell’affetto e della vicinanza dimostrata da preghiere, celebrazioni e messaggi anche dai più piccoli. I miglioramento della sua salute ci sono, ancora ieri il Vaticano informava della diminuzione dell’ossigenoterapia in alcuni momenti della giornata.
Ridotta sia l’intensità sia proprio i momenti in cui è sottoposto alle cannule nasali per l’ossigeno, alternate alla NIV notturna che è stata sospesa da qualche giorno per i miglioramenti delle sue condizioni: Papa Francesco sta meglio anche se è in ripresa ancora troppo lenta e stabile per definire una data di dimissioni dall’ospedale. Il movimento e lo sforzo motorio proseguono alternati a terapie e lavoro, seppur nella fragilità generale di uno stato di salute che non consente troppe ore di attività quotidiane come capo della Chiesa, come ha spiegato ancora il cardinale Parolin.
La foto scattata domenica 16 marzo scorso rappresenta un punto di partenza, una nuova svolta di speranza per un Santo Padre intento a recuperare appieno le forze e tornare a guidare dalla Santa Sede l’intera Chiesa mondiale: servirà tempo e pazienza nella «grande prova che sto vivendo», come ha detto Papa Francesco nel suo ultimo Angelus domenica scorsa, con la ferma consapevolezza che Dio non abbandona mai il cuore umano di chi umilmente crede in lui, anche se nel pieno della sofferenza e della malattia.