In questo Mondiale calcistico la nostra nazionale è in vacanza forzata, ma ci sono Quelli che…
… tifano Francia, perché Giroud e T. Hernandez son del Milan
… tifano Messi perché è il n. 1 (Lele Adani)
… tifano per i diritti Lgbt+-, per i rovesci, ma non per il calcio
… paghiamo noi (canone Rai), per un programma tv inguardabile (Il Circo dei mondiali)
… dormivano quando assegnarono i mondiali al Qatar e mo’ pretendono che i calciatori si inginocchino
… invece si inginocchiano perché potrebbero finire la carriera sportiva in Qatar.
Me lamento? Fò er so tutto io? Nooo, ma è miejo guardà le partite toijendo l’audio. Sto a far Osho? Noo…
Tutto ciò per farvi entrare nel clima di un film, anzi un documentario direi, con protagonista Carlo Mazzone, Come un padre, visibile sulla piattaforma Prime Video. Chi è appassionato di calcio lo deve vedere, parla di un uomo, un allenatore nostrano che non ha vinto quasi nulla, ma è riconosciuto per la sua statura umana e professionale.
Nel film non vi è nessuna sua intervista odierna, lo si vede solo prima dei titoli di coda che calpesta il campo di Ascoli, ma ci sono altri che parlano di lui. E questi altri sono il figlio, Pirlo, Ranieri, Totti, Guardiola, Materazzi, Cappioli, Hubner, Giannini, Di Biagio, Roberto Baggio, i fratelli Filippini, Muzzi. Fenomeni e non, ma tutti all’unisono nel raccontare per esperienza vissuta le qualità de Sor Carletto.
Se parlasse, er pallone me direbbe grazie.
È una frase di Mazzone, non per vanagloria, ma per la sua passione smodata per il calcio. Ha lasciato il segno in quel di Ascoli come calciatore, 219 presenze perlopiù da capitano, per diventarne poi allenatore dal 1968 al 1975. Poi ha girato l’Italia lasciando sempre un ricordo positivo. Quando arrivò nel 1993 alla Roma per tre stagioni, fu per lui l’esaudirsi del sogno della vita, dopo che vi aveva esordito in serie A come calciatore nel 1959 ,con il padre che non lo sapeva neppure.
Noi addetti ai lavori e gli sportivi ce lo ricordiamo per le sue battute in romanesco dirette e soprattutto per la sua corsa sotto la curva dell’Atalanta dopo il pareggio del Brescia allo scadere, in risposta ai tifosi bergamaschi che avevano insultato sua madre per buona parte della partita. Da sottolineare che ha il record delle panchine di serie A: 792.
La vita di Mazzone viene raccontata dai calciatori che prima ho nominato non solo attraverso le battute pittoresche che lui sparava, ma per il rapporto che creava con essi, esperienze e fatti concreti. Molti gli danno in maniera affettuosa del padre e non solo perché è nato il 19 marzo. Totti è fra questi, Carletto lo fece esordire e lo seguì, e ora afferma che compatibilmente alla sua forma fisica con Mazzone sarebbe ancora in campo (la considero una frecciata a Spalletti).
Emerge un affetto verso di lui inaspettato. L’obiettivo di un allenatore è che la squadra vinca, ma lui cercava anche la coesione del gruppo e aveva attenzione alla crescita umana dei giovani e non.
In una trasferta misero in camera di Giannini lo sbarbato Totti e il mister gli disse: a Beppe toijgli l’idea de comprarse ‘a mercedes. Stava attento a tutti, ma pretendeva da tutti serietà e lavoro. Aveva poi il suo carattere, prima della partita non gli potevi parlare e poi se perdevano era incazzoso.
A Guardiola: Io non te volevo ma tu me piaci. Il Guardiola allenatore lo invitò alla finale di Champions League vinta con il Manchester Utd.
Ai calciatori: Vuoi esser er meijo amico mio? Gioca bene.
Maggio 2000, Perugia-Juve 1-0 sotto il diluvio che valse lo scudetto alla Lazio: Ce voleva un romanista per far vince uno scudetto alla Lazio.
Di aneddoti e sue frasi ce ne sono a bizzeffe, ma sono riduttive dell’uomo e della sua visione della vita.
Prima del calciatore ho allenato l’uomo.
E questo lo dicono i gregari, ma soprattutto Totti, Pirlo, Signori, Roberto Baggio.
Carletto inventò Pirlo regista, Signori al Bologna iniziò la rinascita, Baggio firmò con il Brescia inserendo la clausola che via Mazzone poteva rescindere il contratto. Un uomo di carisma sia sotto l’aspetto sportivo che attento all’educazione e alla vita dell’uomo calciatore.
Vi consiglio soprattutto per questo di vedere Come un padre, perché ho paura che il mio articolo sia troppo riduttivo.
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