Le immagini, in tv o via social, hanno fatto il giro del mondo: Messi e Medel faccia a faccia, anzi fronte contro fronte, come due cabrones testardi e cocciuti. E poi, Vidal che dà una manata a Dybala, in piena trance agonistica andina. Direte: vabbé, che novità è mai questa, è la tipica garra dei calciatori sudamericani impegnati in Coppa America. Tutto vero, ma è altrettanto vero che viviamo tempi violenti. In un tram affollato, per esempio, basta che uno schiacci il callo del vicino, e subito partono minacce verbali se non fisiche che al confronto i tweet di Trump o i missili nucleari di Kim sono come innocenti versi di aedi da dolce stil novo.
Oggigiorno, lo sappiamo, far cessare queste intemperanze violente non è per nulla facile. Lo conferma un fatterello accaduto nei giorni scorsi a Rimini.
Un uomo, volendo passare una serata un po’ diversa dal solito (mettiamo pure un po’ diversa… ma tanto!), ha accettato l’invito a un incontro sadomaso. Risultato? E’ finito all’ospedale. I medici, visitandolo, hanno pensato avesse subìto un pestaggio e hanno chiamato la polizia. A quel punto, l’uomo ha confessato l’accaduto. Interrogata a sua volta, la dominatrice (che, lo sottolineiamo per i più ingenui, non è un’accanita giocatrice di domino…) si è difesa sostenendo che il cliente non ha mai pronunciato la parola d’ordine stabilita per bloccare le sue desuete “prestazioni”. Parola d’ordine che, dopo accurata indagine, si è scoperto essere quella utilizzata per indicare una particolare proteina, la Titina.
Facile, no? Bastava dire: Titina. Col piffero! Questa parola magica consta di ben 189.819 lettere e si legge in circa 3 ore e mezza… L’uomo, tra una frustata e l’altra, ha provato a pronunciarla, ma dopo tre ore e 29 minuti di continue stilettate e ininterrotte percosse ha ceduto: la memoria gli ha fatto cilecca e qualcuna delle ultime sillabe dev’essere saltata… Pare invece che l’energica valchiria, interrogata dagli inquirenti, se la ricordasse perfettamente a memoria. Si capisce che i suoi clienti sono sadomaso anche nel sottoporsi alle sue parole d’ordine!
Ma che il tempo corrente sia caratterizzato da una dose eccessiva di violenza non lo scopriamo di certo noi. Tant’è che in politica, ad esempio, uno dei temi che più ha appassionato l’attuale governo è stato, e non a caso, quello della legittima difesa. Le cui nuove norme potranno essere applicate retroattivamente, ossia anche a fatti commessi prima dell’entrata in vigore della riforma, approvata ad aprile. Una norma, quest’ultima, stabilita nientemeno che da una sentenza della Quarta sezione penale della Cassazione, che ha deliberato in merito a un processo per lesioni colpose dopo una lite tra vicini di casa, ben presto degenerata.
Bella notizia? Aspettate a pensarlo, ma soprattutto a dirlo. Perché per la Suprema Corte l’uomo di cui sopra, aggredito dal vicino di casa prima a parole e poi a spintoni, per liberarsi da un morso sotto un’ascella non ha esitato a colpirlo con un pugno in faccia. Una reazione assolutamente “sproporzionata”, quantomeno a detta della Cassazione. Secondo i giudici, per far cessare l’aggressione sarebbe stato sufficiente… stringere il naso dell’aggressore. Ma dai!!!
E allora perché, aggiungiamo noi (sperando di non venire cassati dalla Cassazione), non soffiargli nelle orecchie, oppure leggergli un brano pacifista del Mahatma Gandhi, magari cantargli (ma non a squarciagola, per non risultare provocatori nonché oltre modo oltraggiosi) “Amico è” di Dario Baldan Bembo, rammentargli che le ascelle pullulano di insidiosissimi batteri, fargli il solletico sotto la pianta dei piedi (ad arrivare a toccarli, i piedi), offrirgli una caramella, dire semplicemente “Ahia, mi fai male!” evitando turpiloqui che mal si addicono a una rissa tra vicini che non deve mai e poi mai degenerare per alcun motivo…
Insomma, una volta vigeva la legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente. Oggi – stando ai giudici della Cassazione – siamo passati a quella del taglietto: vi entra in casa un Freddy Krueger con la motosega pronto a tagliarvi in due? Niente paura e soprattutto sangue freddo: armatevi del vostro tagliacarte (non appuntito e di plastica) e affrontatelo con coraggio. Ma attenzione: al massimo procurategli un taglietto superficiale, un’escoriazione, e non nuocete alla sua salute. E perché non si nuoccia neppure alla vostra, un consiglio spassionatissimo: se e appena potete… tagliate la corda!