SUICIDIO ASSISTITO, IL PARERE DEL COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA
Implementare le cure palliative nei Lea e puntare sempre più a migliorare la qualità della vita dei pazienti, non lavorare per “diminuirla”. Nel giorno in cui la Regione Veneto arriva a votare in Consiglio la proposta di legge “Liberi Tutti” sul normare ulteriormente le tempistiche sul suicidio assistito (già normato dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2019, ndr), il Comitato Nazionale per la Bioetica stila un parere ufficiale frutto dell’ultima riunione avvenuta lo scorso 15 gennaio. Il Comunicato stampa relativo alla prima riunione del 2024 per il Comitato Bioetica sottolinea ampiamente il parere circa la tematica generale del fine vita, in particolare prendendo spunto per approfondire un tema troppo spesso poco considerato come appunto la questione delle cure palliative.
«Il Comitato Nazionale per la Bioetica, con la stesura di questo Parere sulle Cure Palliative (qui il testo integrale, ndr), intende sollecitare la politica ad implementarle in modo compiuto e come parte integrante dei Livelli Essenziali di Assistenza, coerentemente con quanto previsto nel DPCM 12 gennaio 2017», si legge nel comunicato finale del Comitato diretto dal professore Angelo Vescovi. Il parere intende poi essere uno stimolo ulteriore anche per le istituzioni sanitarie, gli enti formativi e i professionisti del settore: «per assicurare che le Cure Palliative vengano fornite con professionalità e integrità etica, nel rispetto dei principi di universalità, equità e giustizia e concedendo a ogni persona l’opportunità di confrontarsi con la malattia e con l’ultimo tratto del cammino di vita in maniera dignitosa e libera da sofferenze inutili». Una cura globale e integrata, tesa a migliorare la vita dei pazienti con condizioni critiche deve essere il vero obiettivo delle strutture sanitarie così come delle legislazioni in merito alla difficile tematica del fine vita.
VESCOVI (COM. BIOETICA): “SERVE MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA DEI PAZIENTI PER ALLEVIARE IL DOLORE”
Senza citare direttamente il voto nel Consiglio Regionale Veneto – ma la tempistica conferma l’intento di “contrapporre” alla logica dell’Associazione Coscioni sul suicidio assistito un’altro punto di vista altrettanto autorevole – il Comitato Nazionale per la Bioetica riunito negli scorsi giorni invita a proseguire con ulteriori miglioramenti la tematica delle cure palliative: «tali cure come un approccio globale, rivolto non solo ai pazienti, ma anche alle famiglie che si misurano con patologie cronico-evolutive. Tale approccio richiede una profonda comprensione e un’estrema sensibilità verso le diverse dimensioni dell’esperienza umana che si intrecciano con la malattia, riconoscendo e rispondendo alle complesse esigenze che emergono in questa delicata fase della vita.».
Con il documento pubblicato nelle scorse ore, spiega all’Avvenire il presidente Vescovi, «si intende sollecitare la politica a imprementare le cure palliative in modo compiuto e come parte integrante dei Livelli essenziali di assistenza (Lea)». Per il responsabile nominato dal Governo Meloni alla guida del Comitato di Bioetica occorre «preservare e migliorare la qualità della vita dei pazienti, per alleviare il dolore e la sofferenza». Il CNB, rileva ancora il Comunicato finale, concentra intenzionalmente l’attenzione su queste urgenze per assicurare che lo sviluppo delle Cure Palliative in tutto il territorio nazionale venga considerato una priorità assoluta: «Quando si parla del fine vita, questo tema ne incrocia altri di grande importanza, talvolta attraversati da divergenze e contrapposizioni, a partire dal suicidio assistito e dall’eutanasia, che sono tuttavia caratterizzati da quadri normativi e profili etici distinti». Secondo il parere del Comitato, la richiesta di essere aiutati a morire con il suicidio assistito «può essere riformulata come richiesta di aiuto a non soffrire, ma è altrettanto vero che ciò non vale in tutte le situazioni e per tutti i pazienti. Si è deciso di evitare, anche nella struttura del testo, la sovrapposizione con interrogativi e questioni che avrebbero potuto distogliere l’attenzione dall’obiettivo d’illustrare le ragioni del necessario potenziamento delle Cure Palliative».