Tra Coronavirus e Sanremo la sentenza-parere del Comitato Nazionale per la Bioetica è passato in sordina, eppure rivela un cambiamento forse epocale nei casi di minorenni e bimbi terminali: «Nei confronti di bambini piccoli con limitate aspettative di vita vanno evitati l’accanimento e percorsi clinici inefficaci e sproporzionati, tali da arrecare al paziente ulteriori sofferenze e un prolungamento precario della vita senza ulteriori benefici» spiega il Comitato Bioetica d’Italia sottolineando come spesso l’accanimento clinico è praticato «solo per accondiscendere alle richieste dei genitori». Il Comitato esorta nella mozione dal titolo “Accanimento clinico o ostinazione irragionevole dei trattamenti sui bambini piccoli con limitate aspettative di vita” di non ripetere casi come Alfie Evans o Charlie Gard: «prevedere il ricorso ai giudici, in caso di insanabile disaccordo tra l`equipe medica e i familiari, come extrema ratio e nel rispetto della Legge 219/2017; tale soluzione andrebbe presa in considerazione solo dopo avere cercato una mediazione attraverso un`adeguata comunicazione con i genitori o la famiglia, tenendo conto di una corretta documentazione clinica e della richiesta al comitato di etica clinica». Per casi del genere il Cnb raccomanda l’istituzione per legge di comitati etici all’interno degli ospedali pediatrici e di «integrare nei processi decisionali anche i genitori e persone di loro fiducia: ai giudici bisognerebbe ricorrere solo come extrema ratio. E, in qualsiasi caso, il divieto di ostinazione irragionevole dei trattamenti non deve tradursi nell’abbandono del bambino, che ha invece a diritto a cure palliative in modo omogeneo sul territorio».



LA SENTENZA DEL COMITATO BIOETICA FA GIÀ DISCUTERE

Lo stesso Comitato di Bioetica Nazionale puntualizza nello specifico cosa si intenda per «ostinazione dei genitori» e su questo punto scatena le maggiori discussioni di questi giorni di diverse associazioni di genitori con figli malati di gravi patologie «Evitare che il divieto di ostinazione irragionevole dei trattamenti si traduca nell’abbandono del bambino nei cui confronti da parte dei medici resta fermo l`assoluto dovere di trattamenti e sostegni appropriati, siano essi presidi tecnologici o farmacologici, e di cure palliative con l`accompagnamento nel morire, anche attraverso la sedazione profonda continua in associazione con la terapia del dolore». Lo stop al nutrimento inteso come «accanimento» avviene «nell’interesse del bambino» e per lo sesso motiva si raccomanda che lo stesso venga considerato «un mero oggetto di sperimentazione e ricerca da parte dei medici». Su “Il Giornale” un eloquente articolo dal titolo “Se la Bioetica cancella pure la pietà” è una delle poche voci fuori dal coro in commento alle novità evidenziati dal Cnb: «Sono passati quasi 300 anni, i figli sono diventati merce. Selezionati, fatti su misura, comprati e restituiti se fallati, soppressi quando sono rotti. L’ultimo diaframma l’ha frantumato il Comitato nazionale di bioetica, per cui è inutile “intraprendere certi percorsi clinici solo per accondiscendere alle richieste dei genitori di bambini malati terminali”, perché sarebbero “inefficaci” e “sproporzionati”. Cosa aspettarsi quando anche la nutrizione nasogastrica è considerata “accanimento terapeutico”?».

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