TOTO-NOMI PER I NUOVI COMMISSARI UE: LA LISTA DI CHI C’È, DI CHI CI SARÀ E DI CHI MANCA ANCORA
Da Bruxelles filtra qualche irritazione in queste ore per il ritardo della lettera dall’Italia con indicato il nome del/dei commissari Ue in quota italiana, eppure non ci sono dubbi ormai che sarà Raffaele Fitto il candidato unico per entrare nella “nuova” Commissione Europea della Presidente Ursula Von der Leyen. Entro sabato 31 agosto 2024 (il giorno dopo del vertice del Governo Meloni dopo la pausa estiva, ndr) va inviato in Europa il nome del commissario che entrerà in squadra e dalla Premier ai vice Salvini e Tajani c’è piena concordanza sul Ministro per gli Affari Europei e il PNRR.
Per Von der Leyen resta il difficile rebus della “parità di genere” per nominare i nuovi commissari Ue in quanto il criterio richiesto ai vari Stati membri non è sempre stato rispettato (anche perché non era vincolante) e così molti Paesi hanno presentato/presenteranno solo nomi maschili rendendo difficile la quadra per la Presidente che si fregia di voler rispettare l’inclusione e la parità. L’idea portata avanti da Von der Leyen era un “tandem” di nomi che ogni Stato avrebbe dovuto presentare, ma non era vincolante nei regolamenti e per questo la richiesta non sempre è stata esaudita, provocando ora problematiche non da poco per le prossime mosse in Ue. Oltre all’Italia, mancano all’appello con i nomi dei commissari Ue anche Lussemburgo, Portogallo, Romania, Danimarca, Bulgaria e Belgio.
Per chi invece ha già presentato i propri nomi, al di là di Fitto di cui ormai sappiamo la certezza della nomina, diversi sono i commissari “già noti” che entreranno quasi certamente nella prossima Commissione Ue: da Thierry Breton per la Francia, commissario per il Mercato interno e i Servizi uscente, fino al lettone Valdis Dombrovskis che si presenta per la terza volta consecutiva, passando per l’ex premier estone Kaja Kallas che sarà l’Alto rappresentante per gli Esteri nonché vicepresidente Ue. McGrath dall’Irlanda, l’ex commissario per il Clima Wopke Hoekstra dall’Olanda, mentre dalla Germania va da sé che avendo la Presidente in carica non avrà altro spazio all’interno del governo europeo.
REBUS ITALIA PER IL POST-FITTO AL GOVERNO E SFIDA CON LA POLONIA PER IL BILANCIO UE
Il ritardo sull’invio di Raffaele Fitto tra i nomi dei prossimi commissari Ue non è dunque indicato dall’incertezza sul nome bensì sul cosa fare dopo nella gestione del Ministero con portafoglio importante che aveva Fitto in questi primi due anni di Governo: l’impressione è che in un primo momento Meloni prenderà su di sé le deleghe in attesa di stabilizzare la Manovra, lasciando poi nei primi mesi del 2025 il momento per delineare il probabile “spacchettamento” del Ministero che fu di Fitto (così da evitare un rimpasto di Governo in un momento piuttosto delicato come il periodo della Finanziaria).
E a proposito di bilancio, si profila un deciso scontro diplomatico sull’asse Italia-Polonia per quanto riguarda il ruolo da assegnare ai commissari Ue rispettivi dei Governi Meloni e Tusk: tanto Fitto quanto Piotr Serafin, ambasciatore presso l’Europa e nome indicato dal Governo di Varsavia a Von der Leyen, hanno ottime doti sia di diplomazia a Bruxelles che di competenze economiche sul fronte bilancio. È infatti tra loro due che dovrebbe giocarsi la partita del Commissario europeo al Bilancio, un valore di portafogli da circa 1000 miliardi che fanno decisamene gola per la possibilità di spesa e organizzazione dovute al ruolo di “peso”. Secondo quanto riporta l’inviato della “Stampa” da Bruxelles, il ritardo nella presentazione di Fitto potrebbe alla fine far propendere per Serafin nuovo commissario al Bilancio, lasciando all’Italia “solo” la Coesione e il PNRR, comunque due incarichi importanti ma non “top” nella gerarchi di potere in Commissione Ue.
Nel frattempo all’ultimo Meeting di Rimini 2024, dove ha partecipato assieme ad Enrico Letta (estensore del Rapporto strategico sul Mercato unico europeo), Fitto ha già parlato da commissario in pectore spiegando come per i prossimi 5 anni serve una «spesa buona in Europa, proprio come fa l’Italia che ha già raggiunto il maggior numero di obiettivi del PNRR». Capacità di spesa e qualità delle riforme, la !ricetta” del Ministro è preso che spiegata: il riconoscimento avuto dal rapporto intermedio che la Commissione europea prima dell’estate non riguarda «solo la nostra capacità di spesa, ma anche la qualità delle nostre riforme visto che per ottenere le rate di finanziamento ci sono molti obiettivi intermedi basati sulla capacità di portare a termine le riforme», ha concluso Fitto chiudendo la kermesse di Rimini la scorsa domenica.