APPROVATO TESTO BASE SULLA COMMISSIONE D’INCHIESTA COVID
È stato approvato in commissione Affari sociali della Camera il testo base sulla prossima Commissione bicamerale d’inchiesta parlamentare sul Covid-19: nata da un’idea del leader di Iv Matteo Renzi, raccolta e completata dal Centrodestra in campagna elettorale, la promessa del Governo Meloni arriva così in Aula con il via libera dei lavori nelle prossime settimane.
«È istituita una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars- CoV-2 e sul mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale, con il compito di accertare le misure adottate per prevenire, contrastare e contenere l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Sars-CoV-2 nel territorio nazionale e di valutarne la prontezza e l’efficacia»: questo l’incipit della commissione Covid nel testo votato ieri. Secondo l’obiettivo prefissato, la Commissione bicamerale concluderà i propri lavori entro la fine della XIX Legislatura e presenterà alle Camere «una relazione sulle attività di indagine svolte e sui risultati dell’inchiesta». Ne faranno parte 15 senatori e 15 deputati: ora Il Presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa e il Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana convocheranno la Commissione entro 10 giorni dalla nomina dei suoi componenti (per la costituzione dell’ufficio di presidenza).
GLI SCOPI DELLA COMMISSIONE BICAMERALE SUL COVID IN 12 PUNTI
Questi i compiti prefissati dalla Commissione d’inchiesta Covid, come rileva ancora il documento approvato alla Camera: «svolgere indagini e valutare l’efficacia, la tempestività e i risultati delle misure adottate dal Governo e dalle sue strutture di supporto al fine di contrastare, prevenire, ridurre la diffusione e l’impatto del Sars-CoV-2. Di esaminare i documenti, i verbali di organi collegiali, gli scenari di previsione e gli eventuali piani sul contagio da Sars-CoV-2 elaborati dal Governo o comunque sottoposti alla sua attenzione». Qui di seguito i 12 scopi principali prefissati dalla Commissione parlamentare bicamerale da qui a fine legislatura:
1- ragioni del mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale redatto nel 2006
2- mancata attivazione del piano pandemico nazionale allora vigente
3- ragioni per cui il piano pandemico nazionale e la sua attivazione non sono stati oggetto di considerazione da parte degli organismi istituiti dal Governo, quali a titolo d’esempio la task- force istituita presso il Ministero della salute e il Comitato tecnico-scientifico
4- esistenza di un piano sanitario nazionale per il contrasto del virus Sars-CoV- 2 (e mancata pubblicazione)
5- valutare l’efficacia e i risultati delle attività della task-force
6- rispetto delle normative nazionali epidemiologiche
7- rapporti intercorsi tra le competenti autorità dello Stato italiano e l’Oms
8- rapporto sulla risposta dell’Italia al virus Sars- CoV-2 dopo la sua pubblicazione nel sito internet dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità
9- tempestività e l’adeguatezza delle indicazioni e degli strumenti che il Governo e le sue strutture di supporto hanno fornito alle Regioni e agli enti locali
10- tempestività e l’adeguatezza delle misure adottate dal Governo e dalle sue strutture di supporto sotto il profilo del potenziamento del Servizio sanitario nazionale
11- quantità, la qualità e il prezzo dei dispositivi di protezione individuale, dei dispositivi medici, dei materiali per gli esami di laboratorio e degli altri beni sanitari presenti immediatamente prima dell’emergenza pandemica e poi acquistati dal Governo e dalle sue strutture di supporto e distribuiti alle Regioni nel corso dell’emergenza pandemica
12- «l’incidenza, anche eventualmente attraverso la istituzione di un osservatorio in collaborazione con l’Istituto superiore della sanità, che i fatti e i comportamenti accertati nel corso dell’inchiesta possono avere avuto sulla diffusione dei contagi, sui tassi di ricovero e di mortalità per Covid-19 nonché sugli eventi avversi e sindromi post vacciniche denunciate».
PD E M5S CONTRO COMMISSIONE D’INCHIESTA, “AMMICA AI NO VAX”. REPLICA FDI
Insomma, si affronterà molto dei tre anni di emergenza Covid nazionale, dai lockdown al piano pandemico, dai vaccini alle mascherine: secondo Pd e M5s però, che si sono astenuti sulla Commissione d’inchiesta Covid, il Governo intende nascondere alcune parti. «La destra fa propaganda su chi ha sofferto, si ammicca ai No Vax e non sono menzionate le Regioni», attaccano Pd, M5s e Verdi-Sinistra uscendo dall’aula della commissione dove non hanno votato il testo. Una prima replica è giunta dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, «Pensavo che la Commissione d’inchiesta la volessero tutti, serve anche ad evitare errori per il futuro».
Più diretta e politica la risposta invece data dalla parlamentare FdI Chiara Colosimo: «I No Vax sono lo spauracchio che a loro fa comodo agitare». In merito invece al rischio di contrapposizione con le indagini dei pm di Bergamo sull’inchiesta Covid, il sottosegretario Galeazzo Bignami (Fdi) sottolinea come «Il confine tra ciò che è politicamente giusto non coincide sempre con ciò che il codice penale ritiene ammissibile, ma se rivendichi come giusta una scelta evidentemente sbagliata allora c’è un profilo di complicità».