IL RAPPORTO SULLO STATO DI DIRITTO DELLA COMMISSIONE UE CHE CRITICA L’ITALIA: UN DOCUMENTO “SLITTATO” CONTRO IL GOVERNO MELONI

La “stangata” attesa dopo le Elezioni Europee e “ritardata” per cercare probabilmente di ottenere i voti di Giorgia Meloni nella nuova Commissione Ue, è ora definitivamente arrivata: il “famigerato” rapporto “Relazione sullo Stato di Diritto 2024” è stato pubblicato sul sito della Commissione Europea elencando tutti i punti critici che Bruxelles guarda con preoccupazione verso l’evoluzione delle riforme italiane. Sebbene non vi siano gravi punti all’ordine del giorno, il rapporto sullo stato di diritto sottolinea come su alcune riforme (Premierato e riforma della giustizia) e su altri dossier (Rai e libertà di stampa) l’Europa guarda con preoccupazione, dando alcune raccomandazioni (non vincolanti) per procedere al meglio verso le prossime relazioni.



Come già avevamo raccontato prima delle Elezioni Europee e prima anche delle trattative per i “top jobs” e la nuova Commissione Ue, il documento sullo Stato di diritto sarebbe dovuto uscire qualche mese prima del 24 luglio 2024: non in pochi notavano come la relazione con contenuti di forte critica ad alcune riforme del Governo Meloni veniva “congelata” da Von der Leyen proprio per permettere un possibile voto positivo di Fratelli d’Italia per la maggioranza “Ursula” che andava a formarsi. L’evoluzione della scorsa settimana ha visto che con PPE, Socialisti, Renew e Verdi lo spazio per i Conservatori non c’è stato, con Meloni che ha scelto dunque di non dare i propri voti al nuovo Governo europeo: tempo pochi giorni ed ecco che il rapporto sullo Stato di diritto viene pubblicato con alcuni riferimenti che traggono spunto anche da diversi articoli della stampa italiana non esattamente “teneri” con l’esecutivo Meloni. Come ha denunciato in queste ore l’eurodeputato FdI-ECR Carlo Fidanza, il rapporto della Commissione Ue contro l’Italia «è influenzato dagli allarmi sul pericolo democratico in Italia di quotidiani ostili al governo come Repubblica, che poi quando il report viene pubblicato, ri-lancia l’allarme facendo in pratica eco a se stessa». Oggi lo stesso quotidiano diretto da Maurizio Molinari apre con l’anteprima del rapporto titolando «L’Ue boccia l’Italia».



COMMISSIONE UE VS ITALIA: TUTTI I PUNTI CRITICI DALLA RAI ALLA GIUSTIZIA FINO AL PREMIERATO

Al netto dell’evoluzione di un documento che viene svelato e pubblicato dopo i risultati delle Europee e dopo soprattutto le votazioni sulla nuova Commissione Ue, Bruxelles punta il dito su alcuni temi considerati “preoccupanti” in merito allo sviluppo delle riforme in Italia. «Il rischio che le dichiarazioni pubbliche dei governi e dei politici possano compromettere l’indipendenza della magistratura o la sua percezione da parte del pubblico ha suscitato preoccupazioni in Slovacchia, Italia e Spagna», si legge nel report a disposizione da questa mattina. Dalla Riforma Nordio contro abuso d’ufficio e nomine dei magistrati, fino alle indagini sull’utilizzo dei miliardi del Recovery Fund, passando per la stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni: l’Europa chiede all’Italia di combattere la corruzione e i conflitti d’interesse, vedendo nella riforma garantista del Ministro della Giustizia una possibile criticità per tali obiettivi.



Contro la riforma costituzionale del Premierato – ancora da affinare e approvare, lungi dall’essere pronta all’uso – la Commissione Ue sottolinea che la legge approvata solo in prima lettura al Senato «non ci sarà più la possibilità per il Presidente della Repubblica di cercare una maggioranza alternativa o individuare una persona fuori dal Parlamento come Primo ministro». Anche qui il rapporto Ue sembra fare affidamento a giudizi e bocciature emerse nel mondo della magistratura e dei media italiani: è poi proprio sulla libertà di stampa che interviene il medesimo Rapporto, citando la recente aggressione di un giornalista de “La Stampa” da alcuni militanti di CasaPound. «Diversi stakeholder – scrive il commissario Ue alla Giustizia Didier Reyndersritengono che la Riforma Nordio e l’emendamento Costa determinino una restrizione della libertà di stampa e del diritto dei cittadini di essere informati». La critica è per la restrizione data dal Governo alla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare laddove vi siano contenuti non inerenti all’indagine ma coinvolgano soggetti “terzi” e questioni che non c’entrano direttamente con le accuse mosse: «Le preoccupazioni maggiori riguardano un possibile effetto sui giornalisti che sono maggiormente esposti alle querele per diffamazione», denuncia ancora il Rapporto. Sul fronte servizio pubblico e Rai, il rapporto della Commissione Ue critica l’Italia per le nomine (ancora non avvenute) di Viale Mazzini, oltre al ritenuto poco contributo economico dato nell’ultima Manovra di Bilancio: il contributo di 430 milioni per il 2024, a cui va aggiunto il canone Rai che tutti i cittadini pagano ogni anno, «è insufficiente a sanare i reali bisogni per una corretta informazione senza interferenze politiche».