FUMATA NERA NEL VERTICE VON DER LEYEN-CONSERVATORI, LA DECISIONE DI ECR: “NON VOTIAMO LA COMMISSIONE UE”. MA RESTA LIBERTÀ DI VOTO
Dopo aver incontrato negli scorsi giorni le delegazioni di Verdi, Popolari, Socialisti e Liberali, stamane la designata Presidente della Commissione Ue al secondo mandato, Ursula Von der Leyen, ha fatto sapere che incontrerà il gruppo dei Conservatori di ECR: mentre con il neo-nato gruppo dei Patrioti per l’Europa la leader PPE ha detto di non volerli neanche incontrare in quanto «non dialogo con i sovranisti», v’era un grosso interesse circa l’incontro con i Conservatori per capire se un eventuale allargamento della maggioranza attuale potesse attuarsi con la prima votazione della prossima Commissione Ue in programma tra il 16 e il 18 luglio 2024.
Come vi abbiamo raccontato negli scorsi giorni, un complesso gioco di veti e “ricatti” dopo le nomine dei “top jobs” tra PPE, S&D e Renew ha portato il centro e la sinistra europea a imporre su Von der Leyen una maggioranza senza dentro alcun eletto delle destre, né i Conservatori né tantomeno ID (ora entrati ufficialmente in PfE). Restava la possibilità di una votazione specifica di alcuni gruppi singoli dei Conservatori, tra cui i 24 seggi di Fratelli d’Italia che facevano “gola” a Von der Leyen temendo i “franchi tiratori” del suo stesso partito dopo aver concluso le trattative con gli stessi partiti della precedente Legislatura nonostante i voti degli elettori alle Elezioni Europee di inizio giugno avessero detto tutt’altro.
«L’agenda che abbiamo avuto modo di vedere non cambia rispetto a quella di 5 anni fa e al momento non ci sono le condizioni per votare von der Leyen»: così ha spiegato il co-presidente di Conservatori e Riformisti Nicola Procaccini, il “braccio destro” della Premier Giorgia Meloni nella delegazione FdI a Strasburgo. ECR aveva spiegato in precedenza di voler sentire le proposte della Presidente Ue prima di sciogliere la riserva sul voto o meno in aula per la nascita della seconda Commissione Von der Leyen: la linea resta quella di non confermare la fiducia, visto anche il diktat lanciato da socialisti e liberali contro ogni presenza ECR in maggioranza.
GLI SCENARI TRA MELONI E VON DER LEYEN: CHE COSA PUÒ SUCCEDERE IN AULA (E QUALI I NUMERI DEI GRUPPI)
È però lo stesso Procaccini a sottolineare come vi sarà piena libertà di voto lasciata alle delegazioni di ECR in Parlamento Ue: «All’interno del nostro gruppo c’è sempre stata libertà di movimento e decisione per le singole delegazioni. Cinque anni fa la delegazione di Fratelli d’Italia non votò la presidente della Commissione mentre la delegazione del PiS (il partito polacco di Diritto e Giustizia, ndr), ad esempio, la votò».
Tradotto dal politichese, l’annuncio di Procaccini lascia intendere che se vi saranno europarlamentari intenzionati a votare Von der Leyen sarà possibile e non vi sarà alcun veto imposto dal gruppo politico: non si risolve dunque il “mistero” circa l’appoggio o meno di Giorgia Meloni alla nuova Commissione Europea, specie dopo essere stata “bypassata” nelle trattative dei “top jobs” e dopo aver perso una componente importante del proprio gruppo di eletti (Vox spagnolo, entrati nei Patrioti di Orban, Salvini e Le Pen). In attesa di capire cosa avverrà martedì prossimo 16 luglio a Bruxelles tra la delegazione ECR e la Presidente Von der Leyen, gli scenari per i Conservatori restano ancora incerti e non è ancora escluso un potenziale accordo “segreto” tra Meloni e la leader tedesca dei Popolari.
La maggioranza per la Commissione Ue sembra ormai segnata con PPE, socialisti, liberali e probabilmente i Verdi: a FdI resta la possibilità di aggiungere i propri voti, a questo punto ininfluenti ai fini della nomina, per instradare un rapporto di collaborazione tra il Governo italiano e la prossima Commissione: in alternativa, magari temendo di essere “superata” a destra trai Patrioti e da Europa delle Nazioni Sovrane (il nuovo gruppo di AfD), i meloniani potrebbero confermare il no secco a Von der Leyen. Da ultimo, resta lo scenario dell’astensione per “traccheggiare” e vedere l’evoluzione delle dinamiche in aula tutt’altro che “lineari” come dimostrano anche solo questi ultimi giorni di trattative serrate tra i vari (nuovi) gruppi politici. Qui di seguito lo scenario dei seggi eletti divisi nei vari partiti del prossimo Europarlamento, aggiornato all’11 luglio 2024:
– PPE (Popolari): 188 seggi
– S&D (Socialisti): 136
– PfE-Patrioti per l’Europa (sovranisti): 84
– ECR (Conservatori e Riformisti): 78
– Renew Europe (Liberali): 77
– Verdi-ALE: 53
– The Left (sinistra-GUE-NGL): 46
– Europa delle Nazioni Sovrane–ESN: 25
– Non Iscritti più altri eletti senza gruppo: 47