A volte chiedere scusa e basta è impresa eccezionale ma necessaria per non attirarsi ulteriori critiche e non sottolineare ulteriormente un errore iniziale: è invece avvenuto che la Commissione Europea – nella voce di Eric Mamer, portavoce della Presidente Ursula Von der Leyen – dopo il “pasticcio” sui vaccini dell’Irlanda si è comportata più o meno alla stregua di un qualsiasi “Fonzie”, l’iconico protagonista di “Happy Days” che non sapeva ammettere di aver sbagliato.



Il caos generato tra il 29 e il 30 gennaio sulla fornitura di vaccini anti-Covid dall’Ue all’Irlanda del Nord è stato ‘relegato’ così nella conferenza stampa quotidiana del portavoce Commissione: «errore? Solo il Papa è infallibile». Con una formula che richiama alla tradizione cattolica – per il diritto canonico, in materia di fede e morale il Santo Padre è infallibile – Mamer chiede scusa ma solo fino ad un certo punto, autoassolvendo l’errore costato una figura pubblica e politica tutt’altro che minima negli scorsi giorni.



IL “PASTICCIO” IRLANDESE E LA FIGURA DELLA COMMISSIONE

Nel pieno del caos vaccini tra ritardi e litigi sui contratti siglati da Bruxelles con le Big Pharma (AstraZeneca e Pfizer su tutti), la Commissione Europea aveva annunciato lo scorso venerdì 29 gennaio un nuovo meccanismo di controllo per l’esportazione dei vaccini, di fatto istituendo l’obbligo di un’autorizzazione speciale degli stati membri dove il vaccino è stato prodotto, per esportare i farmaci anti-Covid fuori dall’Unione Europea. In questo meccanismo sarebbe stata compresa anche l’Irlanda del Nord, ma la decisione ha sortito nel giro di poche ore un’autentica rivolta diplomatica sia del Premier inglese Boris Johnson che il primo ministro irlandese Michael Martin.



I britannici hanno attaccato l’Europa facendo leva sul semplice assunto che quel meccanismo introdotto di fatto avrebbe sospeso gli accordi sul confine Eire-Irlanda del Nord stabiliti pre-Brexit (ovvero l’assenza di controlli doganali). Su quel punto si era poi desistito in sede di negoziato Brexit proprio per non esacerbare gli animi e le tensioni, ma la “bordata” della Von der Leyen rischiava di rimestare di nuovo tutto: solo 24 ore dopo il “patatrac”, la Commissione Ue ci ha ripensato spiegando di non voler «imporre restrizioni sulle esportazioni, ma solo di voler essere maggiormente informata su come e perché avvengano».