OGGI PRIMA RIUNIONE INFORMALE DEI LEADER VERSO LA NUOVA COMMISSIONE UE

Ursula Von der Leyen punta dritto alla riconferma per la Commissione Ue: oggi a Bruxelles scattano ufficialmente le trattative per le 4 grosse nomine da chiudere – secondo le fervide aspettative degli attuali vertici europei – entro fine mese, in tempo per le Elezioni Legislative in Francia che potrebbero segnare un ulteriore ko per uno degli alleati principali della Presidente Ue uscente, ovvero Emmanuel Macron. Alle ore 18 al via la prima riunione informale tra i leader e i Capi di Stato dei 27 Stati Ue dopo due settimane dai risultati delle Elezioni Europee 2024: la cena organizzata dal Presidente uscente del Consiglio Ue Charles Michel ha come punto centrale le discussioni per le nomine di Commissione, Consiglio, Parlamento e Alto Rappresentante per gli Affari Esteri.



La decisione finale sulle Presidenze della prossima Ue dovrebbe arrivare nel prossimo Consiglio Europeo convocato il 27-28 giugno, ma dipenderà molto da che tipo di accordo – e se lo troveranno – verrà ratificato tra le tante richieste messe sul tavolo dai vari Stati e dai vari gruppi politici del prossimo Parlamento: Von der Leyen per il bis avrebbe la strada spianata con l’accordo PPE-PSE-Renew, di fatto lo stesso di 5 anni fa, ma lo scarto di “soli” 40 seggi di maggioranza (400 rispetto ai 361 della maggioranza minima richiesta) agita i sonni della Presidente uscente che cerca di ampliare il tavolo per la rielezione. In primis, verso i Verdi, in alternativa verso Fratelli d’Italia (che fa parte di ECR) che consta di ben 24 seggi: entrambi però chiedono garanzie e un progetto di Europa completamente differente da quella uscente, specie per la delegazione di Giorgia Meloni: da qui il possibile stallo che la cena informale di stasera potrebbe sbloccare o “incastrare” definitivamente.



LE TRAME VON DER LEYEN-MACRON-SCHOLZ-TUSK E I TENTATIVI DI MELONI: COSA PUÒ SUCCEDERE PER LE NOMINE UE

Sentito prima di entrare al palazzo di Bruxelles, per il Premier polacco Donald Tusk – vicino ai popolari – non serve cercare di convincere Meloni con l’ECR in quanto «la maggioranza l’abbiamo anche senza di lei»: dichiarazione però che verrebbe smentita dalle mosse prese da Von der Leyen, secondo quanto riferito oggi da “Politico”, in quanto avrebbe “rallentato” la pubblicazione di un report sullo stato di diritto che avrebbe comportato alcune critiche sul rapporto tra potere e media in Italia, tutto per provare a convincere FdI ad appoggiare la maggioranza “Ursula”. Scholz e Macron spingono per allontanare ogni possibile ingresso di Meloni al tavolo dei “big”, mentre nel PPE il tentativo di intesa non è ancora stata abbandonata definitivamente (anche perché diverse componenti di centrodestra chiederebbero un minore spostamento verso sinistra della Commissione Ue, con il dialogo aperto con ECR e ID come conseguenza diretta).



L’Italia resta alla finestra con la Presidente Meloni che tenta di bilanciare le spinte verso un Centrodestra europeo – lontano nei numeri, vista la maggioranza che avrebbe già Von der Leyen con i “soliti” alleati – e la possibilità di ottenere alcune nomine di peso tra i Commissari da far votare poi nel Parlamento Ue di metà luglio: Palazzo Chigi vorrebbe ottenere un incarico top, tra Interni e Concorrenza, ma la lotta con Polonia, Spagna e Francia è serrata. Il toto nomi sulla nuova Commissione Ue intanto impazza, con Von der Leyen che vuole il mandato-bis ma che non dovrà “bruciarsi” nelle lunghe trattative che porteranno alla formazione del nuovo governo europeo entro settembre-ottobre prossimo (Metsola, Tajani, Mitsotakis e l’outsider Draghi gli altri nomi in campo). Se però l’ex ministra tedesca dovesse farcela, ecco che al Consiglio Europeo approderebbe un nome di peso per i socialisti – il portoghese Antonio Costa o la spagnola Teresa Ribeira – oppure anche qui l’ex Premier italiano Mario Draghi potrebbe essere la carta vincente in extremis al posto di Charles Michel. Per la politica estera Ue il ruolo di Borrell potrebbe andare alla estone Kallas, ma i giochi dipenderanno molto da quale accordo si troverà sui presidenti di Commissione Ue, Consiglio e Parlamento Europeo (Roberta Metsola data verso la riconferma). Per l’Italia i nomi dei potenziali commissari da giocarsi un ruolo di peso restano quelli usciti negli scorsi toto-nomine Commissione Ue: i ministri Giorgetti e Fitto, i tecnici Cingolani e Franco.