Commissione Ue: “In Italia rimangono invariati i timori sul debito”
La Commissione Europea ha pubblicato il rapporto sul meccanismo di allerta che ribadisce preoccupazione per il debito pubblico dell’Italia proprio nel giorno in cui è stata resa nota la manovra 2023. Nel rapporto si legge: “In Italia rimangono invariati i timori legati all’elevato rapporto debito pubblico/Pil”. La Commissione ha invitato i Paesi più indebitati dell’Eurozona ad assumere politiche di bilancio prudenti. L’Italia è stata avvertita in merito al rischio posto dai rendimenti dei titoli di stato sui quali il Paese guidato da Giorgia Meloni è “particolarmente vulnerabile”.
Nel rapporto di allerta si legge ancora preoccupazione riguardo vari Paesi dell’Unione Europea: “A medio termine si stima che nove Stati membri debbano affrontare un rischio elevato per la sostenibilità di bilancio, vale a dire Belgio, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna”.
Commissione Ue: “Valuteremo approfonditamente la manovra”
La Commissione Europea, nel rapporto di allerta, spiega ancora: “I rischi sono il risultato di: rapporti debito/Pilelevati o in aumento, legati in particolare a una posizione di bilancio debole, maggiore incertezza intorno alle proiezioni di base, vulnerabilità a scenari macrofinanziari avversi, l’entità dell’aggiustamento fiscale necessario per portare il rapporto debito/Pil al 60% nel medio termine”.
Da parte della Commissione Europea si tratta dunque di un’esortazione alla prudenza considerato l’alto debito dell’Italia. L’allarme arriva anche dall’Ocse, che invita ad attuare le riforme strutturali. Secondo il rapporto Ocse, per il 2023 l’Italia avrà un Pil in Italia stagnante. L’UE invita dunque alla prudenza sulle politiche di bilancio: l’allarme è rivolto all’Italia ma non solamente. Dopo la manovra italiana, il parere dell’UE dovrebbe arrivare già tra mercoledì e giovedì alla Commissione, come ha spiegato Paolo Gentiloni. La Commissione europea ha confermato infatti “l’esame approfondito” dei conti per esaminare la “persistenza di squilibri eccessivi”.