LE TRATTATIVE PER LA COMMISSIONE UE: CAOS NUMERI, VON DER LEYEN A RISCHIO SENZA MELONI (O I VERDI)

La rivista esperta di politica internazionale, “Politico”, ne è certa: senza i voti di Giorgia Meloni, la riconferma di Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione Ue anche per i prossimi 5 anni è sostanzialmente a rischio. Nella settimana forse decisiva con il Consiglio Europeo che il 27-28 giugno 2024 dovrà cercare di trovare una quadra sui nomi da proporre per la guida di Commissione, EuCo, Parlamento e Alto Rappresentante Politica Estera Ue, i calcoli e le trattative tra i vari gruppi politici – oltre che i leader dei 27 Stati membri – si fanno sempre più fitti.



Il think thank “Bruxelles Center for European Policy Studies”, intervenuto su “Politico” per un commento sulle delicate trattative verso la formazione della nuova Commissione Ue post-Elezioni Europee, ne è convinto: i risultati del Centrodestra a livello europeo, oltre alla conferma di Giorgia Meloni come unica leader del G7 in crescita di consensi e peso politico, non possono tenere fuori dalla partita per le nomine Ue la Presidente del Consiglio italiana. Un Commissario europeo di “peso” (migrazioni, concorrenza, Esteri) o meglio ancora, una maggioranza che ragioni sui temi (e con i numeri) del Centrodestra senza la presenza dei socialisti: questo chiede ad oggi Giorgia Meloni a Von der Leyen, la quale però è stretta nella “morsa” degli altri leader come Macron e Scholz che hanno già fatto intendere di mollare la nomina della Presidente uscente qualora vi siano accordi con Fratelli d’Italia e il gruppo ECR.



I 24 europarlamentari eletti con FdI farebbero comodo ad una maggioranza “Ursula” ferma al momento a 399 seggi e con poco margine (+28) sulla soglia minima per poter essere riconfermata nelle votazioni del Parlamento Ue: di contro, i 51 voti dei Verdi darebbero piena garanzia alla Von der Leyen la quale però si ritroverebbe mezzo PPE contro (con rischi di svariati “franchi tiratori”), ergo al momento viene esclusa l’ipotesi dell’ingresso in maggioranza della componente green (anche se lo richiedono gli stessi Verdi).

SCENARI COMMISSIONE UE E SONDAGGI IN FRANCIA: CRESCE LA DESTRA DI BARDELLA

Gli scenari insomma sono piuttosto complessi per la leader tedesca, anche se i numeri al momento restano dalla sua parte: 399 seggi tra PPE, PSE e Renew, a fronte dei 361 che servono per la maggioranza minima in Parlamento Ue. Il problema per Von der Leyen si chiama però “franchi tiratori” e in generale un margine di sicurezza nelle alleanze della prossima Commissione Ue che non può permettersi di “campare” 5 anni con numeri molto risicati. Di questo “peso” ne coglie la grande opportunità l’Italia di Meloni, con FdI che punta ad ottenere margine di trattative con i negoziatori dei gruppi politici in Europa (Meloni è attesa a breve ai bilaterali con Tusk, negoziatore per i popolari, e con il Premier PPE della Grecia, Mitsotakis).



Per di più le ultime rinunce/adesioni nei gruppi Ue hanno portato l’ECR di Meloni a divenire il terzo partito più rappresentato in Parlamento dietro a PPE e S&D: la crisi dei socialisti ma soprattutto dei liberali di Renew agita i sonni di Von der Leyen e dello stesso Presidente francese Emmanuel Macron, già alle prese con le imminenti Elezioni Legislative 2024 in Francia, convocate proprio dopo il flop di Reinassance alle Europee. I sondaggi francesi degli ultimi giorni danno il Rassemblement National di Jordan Bardella e Marine Le Pen al 35% davanti al Nouvelle Front Populaire (coalizione di sinistra con Melenchon) al 29% a alla coalizione macroniana “Ensemble” guidata dal Premier uscente Attal un 22% in “risalita”. Un ulteriore sconfitta di Renew darebbe però a Macron ancora meno peso politico nelle trattative per la Commissione Ue, liberando ancora più spazio all’asse Meloni-Le Pen per provare a mutare gli scenari verso le nomine europee delle prossime settimane. Tutto è ancora in movimento e molto ancora andrà deciso, non solo per ECR e Renew: il prossimo 25 giugno S&D nominano il proprio presidente, l’indomani sarà il turno di conservatori e liberali, il 3 luglio l’ID di RN e Lega. Molto potrà passare ancora da queste nomine in vista delle reali trattative in Consiglio Europeo tra i diversi leader protagonisti dei rispettivi gruppi politici all’Eurocamera.