Commissioni bancarie in aumento per gli italiani: un’amara sorpresa che giunge direttamente da Nexi, gruppo che gestisce il sistema dei pagamenti elettronici e che, come spiegato dal quotidiano “Il Tempo”, a febbraio ha inoltrato agli esercenti dotati di un Pos una variazione del contratto in termini di commissioni da pagare di fronte a un servizio con la carta elettronica. Ebbene, se da un lato queste hanno osservato un calo delle tasse per quanto concerne i circuiti di pagamento esteri (anche piuttosto considerevole: dal 4,45% al 2,29%), sono invece aumentate drammaticamente quelle connesse ai servizi normalmente utilizzati dagli italiani (circuiti MasterCard, Visa, Maestro e V pay). Un incremento pari addirittura al +30% (dallo 0,97% all’1,24%), giustificato con la “rimodulazione dei corrispettivi in seguito all’evoluzione del contesto economico e finanziario”. Per giunta, dal 1° luglio il Pos sarà obbligatorio per tutti i commercianti, che, loro malgrado, saranno costretti a sottostare a queste nuove percentuali.



COMMISSIONI BANCARIE: LA BEFFA PER I COMMERCIANTI

Questo ritocco verso l’alto delle commissioni bancarie, tuttavia, assume letteralmente i contorni della beffa per i commercianti italiani e il perché è presto spiegato. Con l’avvento del mese di luglio, il limite massimo per l’utilizzo del denaro contante scenderà da quota 3mila a quota 2mila euro, così da incrementare l’utilizzo del pagamento elettronico (almeno questo è quanto prospettato dai vertici amministrativi italiani). A fronte di ciò, il Governo Conte darà il via a un credito d’imposta sulle commissioni connesse all’utilizzo del Pos in carico agli esercenti, restituendo loro un valore corrispondente al 30% delle commissioni addebitate loro per le transazioni eseguite con carta di credito o bancomat da parte dei loro avventori. Notate nulla? Esatto, 30%. La stessa, identica percentuale dell’incremento delle commissioni bancarie alle quali accennavamo sopra. Di fatto, sarà “annullato” il bonus Pos per i titolari degli esercizi commerciali. E questa non è una buona notizia.

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