«Oggi il giorno della verità storica e della trasparenza». Così la presidente del Senato Elisabetta Casellati annuncia la decisione all’unanimità presa dal Consiglio di Presidenza di Palazzo Madama di desecretare tutti gli atti delle commissioni parlamentari d’inchiesta fino al 2001. Inoltre, ha garantito l’impegno affinché venga ciò venga esteso fino ai nostri giorni, in modo tale che «non rimangano più ombre e opacità». Invece è stata bocciata, per 8 voti a 7, la proposta di Fratelli d’Italia di estendere la desecretazione fino agli organismi che hanno operato entro la passata legislatura. La presidente del Senato si è detta «molto soddisfatta» e ha precisato che è «il coronamento di una mia battaglia personale». Ha infatti fortemente voluto che si arrivasse a ciò. «La memoria delle vittime e il dolore dei familiari hanno diritto alla piena chiarezza su fatti che hanno segnato tragicamente la storia di tutto il Paese», ha aggiunto. Ignazio La Russa, senatore di FdI che aveva firmato con la Lega l’emendamento bocciato, ha evidenziato che «molti atti sono rimasti coperti da segreto, tra questi anche quelli relativi alla commissione Mitrokhin».
ATTI DESECRETATI FINO 2001: QUALI SONO
Ma quali sono gli atti desecretati e che sono consultabili sin da oggi? Si tratta di quelli delle commissioni di inchiesta presiedute da senatori che hanno operato fino al 2001. Si tratta in primis della documentazione relativa alla commissione Stragi, istituita nella decima, undicesima, dodicesima e tredicesima legislatura. All’interno, come evidenziato dall’AdnKronos, ci sono i gruppi di lavoro sulla strage di Ustica e sulle vicende relative all’Alto Adige. Non solo: si potrà accedere anche agli atti della commissione Moro dell’ottava legislatura. Ma desecretando gli atti delle commissioni parlamentari d’inchiesta fino al 2011 si ha la possibilità di conoscere l’attività di altri organismi bicamerali che hanno lavorato negli anni passati e su cui i riflettori della cronaca non sono accesi. Pensiamo, ad esempio, alle commissioni Anonima banchieri della terza legislatura, a quella sul disastro del Vajont (quarta legislatura), sulle Armi (settima e ottava), sull’Aima (dodicesima) e sulla Federconsorzi (tredicesima).