Che Massimo Lopez avesse un cuore grande si sapeva. Non è bastato l’infarto a farlo smettere di battere, quel “problemino” (si fa per dire) che, il 24 marzo 2017, avrebbe potuto portarlo via per sempre. Oggi la parola d’ordine è prevenzione, declinata in “tranquillità” ma soprattutto “amore”. Un po’ di sano amore per se stessi, anzitutto: “Ora devo ricordarmi di mantenere un punto di vista distaccato”, dichiara in un’intervista a Chi, “di pensare a me e, soprattutto, alle cose fondamentali, quelle che appartengono alla sfera del cuore”. Ma c’è spazio anche per gli altri: “C’è qualcuno nel mio cuore, ed è importante che ci sia”, confida Lopez. Questo ad aprile del 2017, un mese dopo il ricovero in ospedale. In quel periodo, Lopez pubblicava spesso foto in compagnia di Roberto, un ragazzo non meglio identificato che frequentava abitualmente. Nonostante l’hashtag fosse chiaro (#friend), ci fu persino chi ipotizzò che Lopez fosse gay.



La vita privata di Massimo Lopez

Massimo Lopez ha sempre mantenuto il riserbo sulla sua vita sentimentale. Di lui si sa solo che non è mai stato sposato e non ha mai avuto figli (a differenza del collega e amico Tullio Solenghi). Di fidanzate, neanche l’ombra. L’attore e comico marchigiano è stato bravissimo a tenere tutto nascosto (se quel “tutto” c’è stato). Il momento di maggiore ribalta l’ha avuto esattamente dopo l’infarto, che l’ha colpito a Trani sul palco di Jazz&Dintorni. Non è stato difficile identificare i sintomi, dal classico dolore al petto ai sudori freddi. “In casa mia c’è una certa familiarità con le patologie cardiache”, ha spiegato in seguito, “così, quando ho cominciato a sentirmi male sul palco, ad avere un dolore al torace, a sudare, ho capito perfettamente cosa stesse accadendo: ho chiesto scusa al pubblico e poi, dietro le quinte, ho chiesto un’ambulanza”.



Massimo Lopez colpito da un infarto

In quel momento, Massimo Lopez era sufficientemente lucido da capire cosa stesse succedendo. Non ha temporeggiato, ma è subito sceso dal palco e ha chiamato i soccorsi. “Dopo dieci minuti ero già nelle mani dei medici, curato in un’eccellenza della cardiologia quale è l’ospedale Bonomo di Andria“. Più che a lui pensava al dolore che avrebbe procurato ai suoi cari, per questo ha cercato di agire in fretta. E alla fine ce l’ha fatta: “Credo proprio che mi abbia salvato una mano santa perché quella sera avrei dovuto essere da un’altra parte, in un luogo molto meno comodo per raggiungere l’ospedale di Andria”, ha ammesso poco dopo. Lo spavento è stato grande, per lui e per tutte le persone che gli vogliono bene. Massimo è stato sottoposto a un’angioplastica d’urgenza e il suo corpo ha reagito nel migliore dei modi. Non appena si è ripreso, ha ringraziato pubblicamente i medici e lo staff dell’ospedale che si sono presi cura di lui.

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