Nino Graziano Luca, dal 2000 fondatore, presidente e direttore artistico della Compagnia Nazionale di Danza Storica, ha iniziato ad approcciarsi al ballo dopo aver visto da ragazzo lo storico programma di casa Rai “Maratona d’Estate”. E così che da giovanissimo, aveva solo 18 anni, esordì come regista e conduttore del “Gala della Danza”, del “Festival Internazionale del Ballo”, e dello spettacolo di Afro-Jazz e Teatro-Danza Jamalo. L’inizio delle sue attività di ballerino, invece, cominciò a seguito di uno stage “Scottish Country Dance” e alle “Danze Sociali”.



Nel 1989 si trasferì a Bologna dove si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di Laurea in “Discipline delle Arti Musica e Spettacolo”, e l’anno successo, la professoressa di storia dello spettacolo, Eugenia Casini Ropa, decise di dare vita ad un esperimento: “un seminario sulle danze sociali dell’epoca – scrive sipario.it – col quale mettere in pratica e approfondire i risultati delle ricerche in atto”. Fu l’inizio di un lungo percorso di studio per Nino Graziano Luca, un periodo di circa dieci anni in cui lo stesso iniziò ad approfondire manuali e trascrizioni, abbinando l’allestimento di spettacoli e performance, l’organizzazione di eventi a tema ‘800, e nel contempo la stesura della sua tesi di laurea, sviluppando per la prima volta la definizione di “danza storica”.



COMPAGNIA DI DANZA STORICA – NINO GRAZIANO LUCA: “SIMBIOSI FRA MUSICA, CORPO E BALLO…”

Fu l’inizio della grande ascesa che porterà lo stesso Nino Graziano Luca a fondare, presiedere e dirigere la mitica Compagnia Nazionale di Danza Storica attraverso cui ha messo in scena, con il suo corpo di ballo formato da danzatori professionisti, una serie numerosa di spettacoli, e anche una serie di attività associative di Gran Balli in costume, Tè Danzanti, corsi di danza storica, stage, conferenze, mostre e Gran Balli delle Debuttanti, con l’obiettivo appunto di promuovere la danza storica.

“Nella danza, nel ballo – ha raccontato sempre a pensieri.it durante un’intervista di qualche anno fa – la simbiosi tra la musica, il corpo e le emozioni che ne scaturiscono, genera armonia ed il naturale richiamo alla libertà di ciascuno di noi, si plasma amorevolmente in un insieme ordinato di passi e figure, grazie alla coreografia. Essa determina l’empatia tra ogni singolo danzatore all’interno di un Salone da Ballo, o tra un ballerino, la sua arte, ed il pubblico che ne fruisce, quando questa si esprime in scena; induce a condividere o comprendere gli stati d’animo altrui o quelli dei personaggi che vengono rappresentati, sia che si tratti di gioia, che di dolore”.