“Tanti auguri Laura”: il messaggio compare su Il Sole 24 Ore, dove compaiono alcune righe scritte da Marco Lo Conte ad indirizzo di quella che sembrerebbe essere a tutti gli effetti una parente, appunto Laura, che in questo momento è intubata in ospedale a causa della positività al Coronavirus. Ironia della sorte, lei in ospedale ci lavora: fa parte della direzione amministrativa del San Carlo di Milano, ed è lì che si è ammalata. Sembra infatti che il problema risieda nelle cartelle dei pazienti infetti da Covid-19. L’autore del pezzo dice che Laura, prima di venire intubata, gli ha raccontato di come altre otto persone si siano ammalate nel suo ufficio; questo, dopo che “qualcuno aveva deciso che le cartelle dei malati Covid dovessero transitare per la direzione dell’Ospedale, invece che andare direttamente dal reparto agli archivi”.



Una leggerezza, o forse una procedura standard: fatto sta che Laura lo scorso martedì ha scoperto di essere positiva al Coronavirus, quasi subito le è venuta la febbre alta (39 o 40 gradi), è stata ricoverata e, dopo il tentativo di aumentarle l’ossigenazione con caschi Cpap, la sedazione per passare a terapie più drastiche. Oggi è il suo compleanno e, si legge su Il Sole 24 Ore, i parenti provano a tenere alto il morale scherzando sul fatto che, sempre costretta a giornate piene di impegni, risponderà in tarda serata perché “è sempre l’ultima a chattare”. Al netto delle possibili responsabilità, sulle quali naturalmente bisognerà indagare (e infatti ci sono già delle inchieste in corso, volte a stabilire in che modo quelle cartelle abbiano potuto trasmettere il Coronavirus e per di più all’interno di un ospedale), l’articolo è particolarmente interessante e toccante perché affronta il problema da due diverse angolature.



LAURA INTUBATA A CAUSA DEL CORONAVIRUS

La prima è quella che riguarda la curva dei contagi: si legge infatti come Laura si sia ammalata proprio quando i dati su contagi e morti in Italia stanno nettamente migliorando, non ci siano più le statistiche altamente preoccupanti e anche tragiche delle primissime settimane di pandemia, tanto che appunto qualche misura di sicurezza si è allentata – “legalmente” o meno – e proprio quando si pensava che il peggio potesse essere passato e le persone non potessero più stare tanto male (forse è quello che in cuor nostro speravamo) ecco comparire un caso grave di persona positiva. Al netto di tutto, visto che nel pezzo non viene citata l’età di Laura, ma sicuramente si sta parlando – come viene detto – di una persona normale, viene anzi detto che “basta il contatto con chi è a sua volta stato contagiato”. Il che impone di stare ancora più attenti, e potrebbe pregiudicare il ritorno alla normalità di tutti i giorni perché il Coronavirus è sempre in agguato, anche se i numeri sono molto più bassi che a marzo.



L’ASPETTO PERSONALE

Poi c’è la seconda angolazione, che è quella “personale”: il numero dei contagi è calante ma ciascuno parla di persone, si legge nel sottotitolo dell’articolo, ed è assolutamente così. Ovviamente si è sempre portati a ragionare sui macronumeri e sulla situazione nazionale e globale, è facile che quelle persone che sono morte, o magari sono state ricoverate a lungo in ospedale, a causa del Coronavirus siano diventate statistiche e numeri. Anche solo per un istante, giusto per dire “oggi va meglio di ieri”, appunto per valutare se e in che modo si possano allentare le norme da isolamento o le misure di sicurezza. La testimonianza de Il Sole 24 Ore ci ricorda invece che Laura è a tutti gli effetti una persona, come lo sono parenti, amici, conoscenti che hanno combattuto contro il Covid-19, che ci hanno lasciati e che magari nemmeno conoscevamo, ma che hanno portato tanto dolore e sofferenza nel cuore di qualcuno, a livello specifico. Questo aspetto, naturalmente, è sempre bene tenerlo a mente.