Comprare casa in Italia non è affatto semplice. Soprattutto negli ultimi tempi abbiamo dovuto affrontare i tassi d’interesse che sono stati un vero e proprio salasso. Il problema maggiore è nei giovani che hanno anche difficoltà ad accendere dei mutui.

Dalle analisi mostrate dal Corriere della Sera abbiamo appurato che i mutui con finanziamento sono calati del 40%. Una percentuale drastica a causa dei forti rialzi sui tassi di interesse della BCE. Anche se la situazione tende a migliorare dobbiamo aspettare un trend in rialzo per la ripresa collettiva.



Comprare casa in Italia: tre fattori peggiorativi

Grazie al panorama Nomisma abbiamo potuto vedere in che modo sia complesso comprare casa in Italia con un mutuo a trent’anni sulle spese. L’analisi ha mostrato l’analisi dei redditi delle migliori province italiane e con i nuovi parametri quali lo spread al +1,2% e l’Eurirs 30.



La prima analisi dimostra che chi ha sufficiente liquidità tanto poter permettersi l’acquisto in contanti potrà godere di una metratura molto più ampia rispetto a chi accende un mutuo ed è soggetto alla «bancabilità».

In breve i risultati ci dicono che coloro che riescono ad acquistare casa senza mutuo hanno lo stesso potere d’acquisto di cinque anni fa. Lo stesso non possiamo dire chi va alla ricerca di un mutuo dato che deve sottostare ai criteri della banca (con conseguente penalizzazione sul massimo importo ottenibile).

Il dato peggiore lo registra Milano dove il mercato immobiliare continua a far salire i prezzi. Le famiglie che nella capitale meneghina ricorrono ad un mutuo rispetto a chi la compra in contanti dovranno rinunciare ad almeno venti metri quadrati (a parità di prezzo).



Il caso della capitale d’Italia

Non va meglio neppure a Roma e neanche a Firenze. Nella capitale di Italia ad esempio, dove i redditi sono un quarto rispetto al capoluogo lombardo si deve rinunciare a 18 metri quadrati in più rispetto a chi trova casa a Milano.

Meglio invece a Palermo (soprattutto per chi compra in contanti) dove l’acquisto è facilitato da un costo minore sull’acquisto degli immobili (almeno il 10% in meno).