Desta polemiche il bando aperto qualche settimana fa dal Comune di Siena, e chiuso ieri, volto alla ricerca di un ingegnere uomo. Il contratto stipulato sarà a tempo determinato, e non dovrà andare oltre il 31 dicembre 2026. Ma dove sono finite le quote rosa? In realtà non si tratta di nessuna discriminazione. Come apprendiamo da La Nazione, il vicesindaco Capitani ha fatto sapere che la percentuale di donne nella pianta organica dell’amministrazione comunale è del 66,94%. Il più alto profilo amministrativo è ricoperto infatti da una donna. Ecco perchè si vuole ora prediligere il genere maschile.



A sollevare il caso in Consiglio comunale di Siena è stata l’ex candidata sindaco di centrosinistra Anna Ferretti durante la discussione sul ’Bilancio di genere’ (che orienta le scelte dell’ente nel rispetto delle quote di genere), lasciando intendere favoritismi. Sempre il vicesindaco Michele Capitani ha parlato di “polemica strumentale“, aggiungendo: “Nel bando la preferenza a favore di candidati di genere maschile si applica solo a parità di punteggio e non è al primo posto tra i criteri da utilizzare“. E ancora: “L’amministrazione comunale è tenuta per legge a questo criterio di selezione, perché il differenziale superiore al 30% (quindi con l’obbligo di inserimento nel bando) è stato calcolato sull’area d’inquadramento ex categoria D. L’area funzionari, ossia la vecchia categoria di Istruttore direttivo usata come riferimento, registra infatti nel Comune 121 posizioni totali, di cui 81 donne e 40 uomini“.



QUOTE BLU AL COMUNE DI SIENA: PERCHÈ LA SINISTRA S’INDIGNA?

A indignarsi a Siena, come abbiamo detto, è l’esponente del centrosinistra senese Anna Ferretti, candidata sindaca nel 2023, sconfitta in sede di ballottaggio dalla rivale Nicoletta Fabio. A far riflettere è la considerazione riportata dal giornale Libero: perchè in realtà è il sistema delle quote a dimostrare di non funzionare, e non si può parlare in questa vicenda di discriminazione a danno del genere femminile. Ma la Ferretti incalza: “può anche essere vero che nelle pubbliche amministrazioni ci siano a lavorare più donne che uomini, ma è altrettanto vero che più difficilmente riescono ad arrivare ad avere ruoli apicali”. In realtà non è vero, a dimostrazione anche del fatto il comune di Siena ha come sindaco una donna. E ci sono anche molte professioni che vedono affermarsi più donne che uomini, come avvocati, magistrati, medici.



E poi è proprio un recente decreto del presidente della Repubblica dello scorso giugno, quello sull’equità di genere all’interno delle pubbliche amministrazioni, che impone di favorire il sesso meno rappresentato se, negli uffici, c’è una differenza almeno del 30%. Inoltre l’unica quota che dovrebbe contare dovrebbe essere quella della professionalità e dei requisiti, che non hanno niente a che vedere con il genere delle persone.