+++ E’ stata approvata con 219 favorevoli, 20 contrari e 22 astenuti la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio nell’aula del Senato, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. Bocciate tutte le risoluzioni delle opposizioni: M5s vota con la maggioranza ma si appresta a subire la più pesante scissione dalla sua fondazione. Nelle prossime ore Di Maio riunirà i parlamentari pronti a seguirlo nella formazione del nuovo gruppo “Insieme per il Futuro”: si parla di circa 50 deputati e 11 senatori, Di Battista attacca «un ignobile tradimento». +++
COMUNICAZIONI DRAGHI: ACCORDO TROVATO SU RISOLUZIONE GOVERNO
È stato trovato l’accordo nella maggioranza per una risoluzione unitaria e comune sulle Comunicazioni del Premier Draghi in vista del Consiglio Europeo: mentre la bagarre all’interno del M5s prosegue, le continue riunioni a Palazzo Madama tra i vari “sherpa” dei partiti hanno portato la sottoscrizione di tutti gli elementi della maggioranza nella nuova risoluzione, compreso il Movimento 5Stelle.
Alla fine anche LeU aderisce alla risoluzione, come spiegato in Aula dalla presidente Loredana De Petris: «Ringrazio il Senato per il sostegno ad aiutare l’Ucraina a difendere la libertà e la democrazia, a continuare con le sanzioni alla Russia, a ricercare una pace duratura che rispetti i diritti e la libertà dell’Ucraina, a continuare, insomma, sulla strada disegnata dal Dl 14 del 22», ha spiegato Mario Draghi nelle repliche al Senato prima del Consiglio Europeo. Infine, l’ex Presidente Bce ha sottolineato «Ringrazio il Senato per il sostegno unitario l’unità è essenziale». L’unità del Governo terrà dunque anche domani alla Camera mentre è l’unità all’interno del Movimento 5Stelle che sembra essere saltata forse definitivamente: «Non si torna indietro, è solo questione di tempo», fanno sapere fonti dell’Adnkronos vicine a Di Maio in merito all’intenzione di formulare il nuovo gruppo in Parlamento. Qui tutte le ultime novità e i possibili nomi di chi sarebbe pronto alla scissione dal M5s (circa 45 parlamentari in tutto tra Camera e Senato).
CAOS SUL VOTO DELLE COMUNICAZIONI DI DRAGHI: M5S ESPLODE
«Caos nel M5s per risoluzione? Ah non lo so, vediamo, vediamo»: così avrebbe detto il Premier Draghi arrivando al Senato prima delle Comunicazioni durate poco più di 20 minuti.
Mentre qui sotto trovate “in pillole” il discorso del Presidente del Consiglio (e qui il testo integrale dell’intervento), le reazioni dei partiti finora sono state concordi grossomodo sul sostegno all’Ucraina e l’impegno per una pace negoziale: non solo, Draghi ha anche sottolineato come «A Zelensky ho ribadito che l’Italia vuole l’Ucraina nell’Ue e che abbia lo status di candidato. L’Italia è stata tra i primi a sostenere questa posizione. Continueremo a farlo in ogni consesso internazionale, consapevoli che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione, ma la raccomandazione della Commissione è incoraggiante e confido che il Consiglio europeo possa assumere una posizione consensuale in merito». Resta però veemente la crisi potenziale che potrebbe aprirsi nel M5s in vista del voto sulla risoluzione della maggioranza che ancora non ha trovato un accordo di massima tra 5Stelle (o almeno una grossa parte del partito), LeU e gli altri partiti invece in pieno sostegno delle istanze del Premier Draghi. «È necessario il costante coinvolgimento del Parlamento nella decisione di inviare nuove armi. Si passi dalla diplomazia delle armi alle armi della democrazia», lo ha detto il senatore M5s Gianluca Ferrara intervenendo poco dopo Draghi in Senato. Freme la creazione del nuovo gruppo parlamentare dal nome “Insieme per il Futuro” – secondo le fonti de “Il Foglio” – per l’ala vicina a Luigi Di Maio che nelle prossime ore dunque darà addio al Movimento 5Stelle: tale clamorosa scissione e lo scontro sulla risoluzione (nella parte sulle armi a Kiev) rappresentano le due incognite maggiori per la tenuta del Governo oggi al Senato e domani alla Camera.
IL DISCORSO DI DRAGHI IN SENATO
Il premier Mario Draghi ha ribadito nelle Comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo che le sanzioni alla Russia funzionano. «Il costo inflitto è pari a 8,5 punti del prodotto interno lordo. Il tempo sta rivelando che queste misure sono sempre più efficaci». Ma i canali di dialogo restano aperti: «Non smetteremo di sostenere la diplomazia e la pace nei termini che sceglierà l’Ucraina. Anche nei miei colloqui con Putin ho più volte ribadito la necessità di porre fine all’aggressione e parlare di pace, di definirne termini e tempi». Per quanto riguarda l’allargamento dell’Ue ai Balcani occidentali, il presidente del Consiglio ha aggiunto: «Il governo italiano è favorevole a far partire i negoziati con Albania e Macedonia del Nord. Macron presenterà il suo impegno per una Comunità politica europea, progetto che non sarà un canale sostituivo allo status di paese candidato».
A proposito delle prospettive Ue, ha chiarito che con l’allargamento bisognerà discutere anche della revisione delle regole europee. Per quanto riguarda la crisi alimentare, ha spiegato che le forniture di grano sono a rischio nei Paesi poveri ed è a rischio produzione, potrebbe calare 50%. A tal proposito, Draghi ha chiesto una missione Onu per sbloccare grano da porti. «La Russia ha ridotto le forniture di gas all’Europa, compresa l’Italia», ha proseguito il premier Mario Draghi, arrivando così alla questione energetica. Si sta continuando a lavorare per ridurre la dipendenza dal gas russo «già dall’anno prossimo». Peraltro, la questione del prezzo dell’energia sta incidendo sull’inflazione. «Per frenare l’aumento dei prezzi è essenziale agire anche sulla fonte del problema e contenere i rincari di gas ed energia». La soluzione proposta da mesi è il price cap. «L’Europa deve muoversi con rapidità per proteggere i cittadini dalle ricadute del conflitto». L’Italia continuerà a lavorare con l’Ue e i partner del G7 per sostenere Ucraina, ricercare la pace e superare la crisi. «Questo è il mandato che il governo ha ricevuto dal Parlamento, questa è la guida per la nostra azione». (Agg. di Silvana Palazzo)
“SPETTA A NOI AIUTARE UCRAINA A RINASCERE”
Gli sviluppi della guerra in Ucraina, il sostegno a Kiev, le ricadute del conflitto e le prospettive di allargamento dell’Ue sono i temi di cui discuterà il Consiglio europeo il 23 e 24 giugno. Sono cominciate così le Comunicazioni del premier Mario Draghi al Senato. «Continuano ad emergere nuove atrocità da parte dell’esercito russo. Le responsabilità saranno accertate e i crimini di guerra puniti». Per quanto riguarda i rifugiati, il cui numero è in aumento, Draghi ha ringraziato gli italiani che li stanno aiutando. «Sosteniamo l’Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia affinché cessi le ostilità e si sieda davvero al tavolo dei negoziati», questa la strategia dell’Occidente. A proposito della sua recente visita in Ucraina, Draghi ha aggiunto: «Ho visto da vicino le devastazioni della guerra e constatato la determinazione degli ucraini nel difendere il loro Paese. Volevamo testimoniare di persona che siamo determinati ad aiutare un popolo europeo a difendere la sua democrazia e la sua libertà».
Durante la visita, il presidente Zelensky ha chiesto di essere sostenuto. «Solo una pace concordata e non subita può essere davvero duratura. La sottomissione violenta di un popolo non portano la pace, ma il prolungamento del conflitto, forse con altre modalità, certo con altre distruzioni». Dunque, l’Europa e l’Italia intendono continuare a sostenere l’Ucraina, ma c’è anche un impegno alla ricostruzione. «Vogliamo ridare una casa alle famiglie che l’hanno persa, riportare i bambini nelle scuole, favorire la ripresa della vita. Oggi spetta a tutti noi aiutare l’Ucraina a rinascere». Draghi a Kiev ha ribadito che l’Italia vuole l’Ucraina all’interno dell’Unione europea. «Sono consapevole che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione. Gran parte dei Paesi vicini alla Russia guardano all’Ue per la sicurezza, la pace e la stabilità». (Agg. di Silvana Palazzo)
LE COMUNICAZIONI DI DRAGHI (E LA RISOLUZIONE DEL GOVERNO) SPACCANO IL M5S
È un’autentico putiferio quanto sta avvenendo al Senato in questi ultimissimi minuti prima delle Comunicazioni del Premier Draghi sul Consiglio Europeo (inizio della diretta dalle ore 15, qui sotto lo streaming): è fallita anche l’ultima mediazione tentata nella riunione preparatoria del Governo, in quanto a buona parte del M5s non accetta il punto sulle armi da inviare all’Ucraina,
Secondo fonti parlamentari, M5S e LeU sarebbero a questo punto orientati a non votare la mozione di maggioranza se non verrà inserito un maggior coinvolgimento del Parlamento: la mediazione però continua specie in casa Pd, dove chiedono che la mozione venga votata per parti separate. In questo modo il M5S e LeU voterebbero contro solamente la parte sul ruolo del parlamento, riporta ancora la fonte parlamentare sul canale Telegram “Ultim’ora POLITICS”. Ancora più grave è quanto però si profila ormai all’orizzonte del Movimento 5Stelle, dilaniato come mai finora sul fronte della guerra e prossimo ormai ad una scissione clamorosa: nelle prossime ore, riportano fonti 5Stelle all’Adnkronos, Luigi Di Maio dirà addio al M5s. «Telefoni roventi, stanno provando a sondare tutti», spiega ancora un deputato M5s parlando dello scouting lanciato in queste ore dai “dimaiani” in Parlamento. Secondo le fonti di La7, sarebbero già state raccolte in pochi minuti le 10 firme necessarie al Senato per formare il nuovo gruppo degli scissionisti vicino a Di Maio. Alla Camera invece il gruppo sarebbe già pronto anche se «Il numero esatto dei componenti ancora non c’è perché potrebbero aggiungersi ulteriori indecisi dell’ultima ora ma penso che nel pomeriggio avremo il numero definitivo», spiegano dall’Adnkronos. Si parla comunque di massimo 20-25 parlamentari pronti a seguire Di Maio e spaccare così quel che rimane del Movimento 5Stelle. L’annuncio dell’addio del Ministro degli Esteri potrebbe arrivare già questo pomeriggio o comunque prima dell’assemblea congiunta fissata per domani, alla quale comunque Di Maio non avrebbe partecipato.
GOVERNO MEDIA FINO ALL’ULTIMO: OCCHI PUNTATI SUL M5S
È in corso la riunione di Governo per impostare una unica risoluzione sulle Comunicazioni del Premier Draghi oggi pomeriggio in Senato: non è bastata infatti la riunione-fiume di ieri sera per provare a “sgonfiare” le istanze del M5s presentate sul fronte armi, Ucraina e Consiglio Europeo.
Draghi chiede oggi (e domani) a Senato e Camera la piena unità prima di volare a Bruxelles per il delicatissimo vertice Ue: i nuovi invii di armi e il generale atteggiamento dell’Italia sulla guerra in Ucraina non riesce ancora a mettere d’accordo tutti, con i 5Stelle sul piede di guerra al loro interno. «Sulla risoluzione siamo molto vicini. Cercheremo di limare il testo, ci sono alcune esigenze poste dal M5s sull’esigenza di informativa costante del Parlamento. La condividiamo, però bisogna affinare il testo, non possiamo indebolire l’autorevolezza del nostro governo», ha detto stamane il senatore Pd Andrea Marcucci a “Radio Anch’io” su RaiRadio1, «Stiamo lavorando sui dettagli. Il tema non è l’invio di armi ma l’esigenza di una maggiore informazione del Parlamento, sottolineata con forza da una forza politica che ha un confronto interno molto forte». Come uno “tsunami” è però arrivata in mattinata la dichiarazione del Garante M5s Beppe Grillo che sembra prendere decisamente la parti del leader Conte, escludendo invece le istanze poste da Di Maio (assai più filo Draghi di gran parte del “suo” Movimento): «La luce del sole è il miglior disinfettante. Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull’oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà».
LE COMUNICAZIONI DEL PREMIER DRAGHI: QUANDO E COME SEGUIRLE IN DIRETTA
Inizia oggi una “due giorni” molto delicata per il Governo Draghi, atteso alla prova dell’Aula sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del prossimo Consiglio Europeo (23 e 24 giugno) dopo i primi impegni già raggiunti dal vertice straordinario dello scorso 31 maggio.
Dopo le forti fibrillazioni di quesi giorni, l’appuntamento centrale è per oggi alle ore 15 al Senato (e domani la replica alle ore 9 alla Camera dei Deputati) con il discorso che indirizzerà l’azione dell’esecutivo sul fronte guerra Ucraina, emergenza energia, invio armi a Kiev. Si comincia alle ore 15 da Palazzo Madama, con possibilità di seguire in diretta video streaming l’intero dibattito sul canale YouTube del Senato: replica domani alla Camera con collegamento sul canale YouTube di Montecitorio.
DIRETTA COMUNICAZIONI DRAGHI E CAOS GOVERNO: COSA POTRÀ SUCCEDERE OGGI, TRA M5S E…
Ancora nelle ultime ore nella maggioranza si è tentato di costruire una risoluzione unitaria da porre in votazione oggi al Senato dopo le Comunicazioni del Presidente del Consiglio: Pd e Forza Italia ribadiscono pieno sostegno all’operato del Premier Draghi, lo stesso farà la Lega di Salvini (che ieri ha fatto sapere di appoggiare la risoluzione sulle armi, pur sottolineando «lavoriamo per unire e parlare di pace. Il Governo non rischia quantomeno per la Lega»).
I riflettori sono dunque puntati tutti sul Movimento 5Stelle dopo le fortissimi fibrillazioni tanto interne quanto sull’asse Conte-Palazzo Chigi: nel Consiglio Nazionale di due giorni fa, i vertici del M5s hanno contestato formalmente le dichiarazioni di protesta del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio contro la posizione dello stesso Movimento in merito alla guerra in Ucraina. In particolare, il titolare della Farnesina non ha gradito la bozza della risoluzione che alcuni parlamentari pentastellati avevano preparato proprio per le Comunicazioni del Premier Draghi: «i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il Ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue», aveva detto Di Maio poco prima che il Consiglio Nazionale M5s contestasse tali posizioni e ribadisse la propria linea in vista del Consiglio Europeo del 23-24 giugno. Per evitare spaccature, come ha spiegato anche il Presidente della Camera Roberto Fico, si tenta un punto di caduta per una risoluzione comune a tutta la maggioranza: qui il M5s si farebbe più “morbido” ed eliminerebbe la parte dove si chiede di non inviare più armi a Kiev. «Nessun riferimento allo stop alle armi, piuttosto un impegno ad un maggiore sforzo diplomatico per porre fine alla guerra», riportano le fonti M5s a “La Repubblica”. Altre fonti pentastellate però, questa volta a “Fanpage.it”, riportano un’altra versione: il Governo rischierebbe e non poco oggi in quanto Giuseppe Conte sarebbe intenzionato a pretendere dal Governo un riferire del Premier Draghi in Parlamento prima di un eventuale nuovo invio di armi all’Ucraina. La mediazione è ancora in atto in vista delle Comunicazioni delle ore 15, ma la situazione è tutt’altro che “facile”: la proposta di far riferire Draghi alle Camere prima dell’invio di nuove armi sta infatti creando un nuovo scontro non solo nell’esecutivo ma anche all’interno dei 5 Stelle, con gli uomini di Di Maio pronti a “battagliare” contro quello che considerano «un modo per azzoppare il Premier». È però proprio dalle liti interne e le minacce di “scissione” del M5s, così come quelle di un’uscita dalla maggioranza per l’ala contiana, che emerge una tensione imponente in vista del discorso che terrà Draghi oggi pomeriggio.
CONSIGLIO UE, LA BOZZA: ARMI UCRAINA, CANDIDATE ADESIONI EUROPA E…
Dopo le anticipazioni lasciate ieri dal Commissario alla Politica Estera Ue Josep Borrell e dal Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, la bozza che si appresta ad avanzare in vista del Consiglio Ue del 23-24 giugno contiene già diversi punti dirimenti.
In attesa del voto in Parlamento italiano sulle Comunicazioni del Premier Draghi, il vertice europeo di Bruxelles contiene questa premessa: «L’Unione europea resta fermamente impegnata a fornire ulteriore sostegno militare per aiutare l’Ucraina a esercitare il suo diritto intrinseco all’autodifesa contro l’aggressione russa, la difesa della sua integrita’ territoriale e della sua sovranità», si legge nella bozza riportata dalle fonti AGI in ambito europeo, «A tal fine, il Consiglio europeo chiede un ulteriore aumento del sostegno militare nell’ambito del Fondo europeo per la pace». Dalle armi all’emergenza alimentare, con il Consiglio Ue che esorta la Russia «smettere immediatamente di prendere di mira le strutture agricole e a sbloccare il Mar Nero, in particolare il porto di Odessa, in modo da consentire l’esportazione di grano e le operazioni di navigazione commerciale». Il Presidente Michel ha poi lanciato ieri in un tweet la proposta formale per il prossimo vertice europeo, con la lettera d’invito: «Ora è il momento di riconoscere che il futuro di Ucraina, Moldova e Georgia è nell’Ue. Vi inviterò a concedere lo status di candidato all’Ucraina e alla Moldavia».
https://twitter.com/CharlesMichel/status/1538929103881084929?ref_src=twsrc%5Etfw