OK MOZIONE GOVERNO AL SENATO: LA REPLICA DELLA PREMIER MELONI
Il Senato ha approvato la risoluzione del Governo dopo le Comunicazioni della Premier Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio Ue: il Terzo Polo di Calenda ha votato con la maggioranza per quanto riguarda le parti sull’invio di armi in Ucraina e il tema della transizione ecologica («Votiamo per parti separate. Condividiamo la linea sull’Ucraina, è quella di Draghi, e la voteremo. Lo stesso sulla transizione ecologica non ideologica. Sul resto molta vaghezza da parte della Meloni, a partire dagli immigrati»), mentre il M5s ha visto bocciare la propria mozione sullo stop all’invio di aiuti militari a Kiev. Il Pd di Schlein alla fine si è divisa dalla linea di Conte e ha presentato mozione singolare su «sostegno all’Ucraina e al diritto di Kiev all’autodifesa, con la richiesta di intensificare l’impegno diplomatico dell’Europa per la pace».
Nelle repliche della Presidente Meloni alle Comunicazioni in Senato sono giunte le varie risposte alle critiche avanzate dalle opposizioni lungo il dibattito parlamentare: «Ho sentito dire che andrei in Europa a prendere ordini. Lo diranno i fatti. Non mi vedrete mai fare questo.Io preferisco dimettermi, piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5s erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che l’Europa chiedeva. Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere», attacca la Premier scatenando l’ira dai banchi dei 5Stelle. In merito alla strage di Cutro, «La mia coscienza è perfettamente a posto. Spero sia a posto anche la coscienza di chi usa le morti di povera gente per fare propaganda. Non esistono prove che lo Stato italiano nel caso della tragedia di Cutro potesse fare di più»; sul fronte Ucraina invece, Meloni rileva come l’Italia è convintamente «un membro NATO, con la NATO condividiamo la posizione sulla aggressione russa. Il M5S prediligerebbe una alleanza più stretta con la Cina, ci sono partiti che auspicano la resa dell’Ucraina».
LE COMUNICAZIONI DELLA PREMIER MELONI AL SENATO: COSA HA DETTO
Dal tema dell’immigrazione fino agli aiuti confermati nel sesto pacchetto di invio armi all’Ucraina, passando per il no frontale e netto all’austerità in Europa: di questo e molto altro ha parlato la Premier Giorgia Meloni nei 30 minuti di Comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Ue (replicherà domani in diretta video streaming anche dalla Camera). «Il primo banco di prova è il tema dell’immigrazione, a cui il nostro governo ha ottenuto che venisse dedicata gran parte del consiglio straordinario di febbraio. Siamo di fronte a una emergenza che sta diventando strutturale, questa definizione è la più realistica fotografia», ha detto la Presidente del Consiglio aprendo le Comunicazioni a Palazzo Madama. Sul fronte di politica estera importante la dichiarazione di Meloni sulla spesa militare nazionale: «Questo governo è abituato a difendere l’interesse nazionale: non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale. La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo». Ecco però qui di seguito i punti principali toccati dalla Premier Meloni nelle Comunicazioni al Senato
Migranti
«Stiamo assistendo ad una pressione migratoria senza precedenti. All’indomani della disgrazia ho scritto alle istituzioni e ai leader europei per ribadire che non possiamo attendere oltre e aspettare inermi il prossimo naufragio», spiega Meloni tirando in ballo l’emergenza scafisti già segnalata alla Commissione Ue, «Siamo difronte ad associazioni criminali che lucrano sugli esseri umani, vogliamo contestarle con forza. Aumentare i rimpatri, fermare le partenze, aumentare i canali d’accesso legali, sono queste le priorità». Secondo la Premier ogni essere umano ha il pieno diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore e v’è un solo modo per fermare i movimenti secondari: «fermare a monte le partenze irregolari. Questo ragionamento inizia a fare breccia tra i nostri partners». Serve un nuovo modello di gestione delle frontiere esterne dell’UE, ma non solo: «Le operazioni delle ONG non devono più gravare solo sugli stati d’approdo. I stati di cui le ONG battono bandiera devono assumersi le loro responsabilità. Non possiamo accettare che la selezione dei migranti in Europa la facciano gli scafisti e le mafie». Da ultimo, Meloni in Aula rileva come «le critiche dell’opposizione danneggiano l’Italia sui tavoli negoziali. Criticate ferocemente me e il governo, ma vi prego fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia».
Armi all’Ucraina
«Il popolo ucraino sta difendendo i valori di libertà e democrazia, sul quale si fonda la nostra civiltà», ha sottolineato sempre la Presidente Meloni nelle Comunicazioni al Senato. L’Italia in Ue ribadirà la sua posizione di sostegno pieno all’Ucraina, «senza badare all’impatto che le nostre scelte avranno su di me, sul governo e sulle forze di maggioranza. Lo faremo perché è giusto farlo». Per questo motivo l’aiuto militare all’Ucraina è necessario proprio per garantire la legittima difesa dall’invasione della Russia: spiega ancora Meloni al Senato, «Il sesto pacchetto d’aiuti rafforzare soprattutto le difese aeree. Significa difendere i civili, significa fornire uno scudo a strutture strategiche». Chiusa sugli attacchi delle opposizioni, specie dal M5s in questo frangente: «Puerile la propaganda di chi racconta che l’Italia spende soldi per mandare armi all’Ucraina levando soldi all’Italia. È falso, stiamo mandando armi in nostro possesso. Stiamo inviando armi all’Ucraina per tenere la guerra lontana da casa nostra. Lo stiamo facendo per non dover usare noi in futuro le armi». Il 26 aprile prossimo a Roma l’Italia ospiterà con il Governo Meloni la Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina.
Patto di Stabilità & politiche Ue
«Ci opponiamo a proposte come la direttive sulle emissioni delle auto e l’efficientamento energetico degli edifici. Ci esporrebbe a nuove dipendenze strategiche», rileva Giorgia Meloni passando alle tematiche comunitarie del prossimo Consiglio Ue: «Occorrono strumenti più flessibili sugli aiuti di stato» e in questo senso sarà decisivo per l’Italia «la revisione del patto di stabilità. Entro il 2023 puntiamo a dotarci di nuoci principi realistici e coerenti». Per la Premier Meloni il tempo dell’austerità «è finito» e la crescita economica stabile e duratura «è l’unica vera garanzia di sostenibilità del debito pubblico».
PREMIER MELONI IN PARLAMENTO PER LE COMUNICAZIONI IN VISTA DEL CONSIGLIO UE
Emergenza migranti, nuovo Patto di Stabilità e invio armi in Ucraina: questi i tre temi caldi delle Comunicazioni della Premier Giorgia Meloni oggi al Senato (diretta video streaming sul canale YouTube di Palazzo Madama dalle 11.30) e domani alla Camera (ore 9.30, ndr) in vista del Consiglio Europeo del 23-24 marzo 2023. La flessibilità in ambito europeo sarà uno dei temi più dibattuti a Bruxelles dai 27 leader Ue, così come le pressioni della Commissione e degli altri Paesi sulla ratifica del MES a cui manca solo il voto italiano. Ma i veri “nodi” del Consiglio Ue di giovedì e venerdì riguardano sostanzialmente l’approccio dell’Europa sull’evoluzione della guerra in Ucraina e l’emergenza migranti, sollevata quest’ultima come problematica centrale proprio dall’iniziativa italiana.
Dopo gli incontri tecnici con la propria maggioranza, Meloni ha sentito nelle scorse ore diversi leader europei tra cui il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, strappando importanti aperture dalla Germania sul tema: «Al centro del colloquio: la priorità da parte del Consiglio Europeo di dare un ulteriore segnale di sostegno all’Ucraina a 360 gradi; una rapida attuazione delle decisioni del Consiglio Europeo di febbraio per una gestione finalmente europea dei flussi migratori; soluzioni europee per la competitività delle economie del continente, attraverso il pieno utilizzo degli strumenti UE appropriati», riporta il comunicato di Palazzo Chigi in merito alla telefonata Meloni-Scholz di ieri.
LA LETTERA DI VON DER LEYEN PER IL CONSIGLIO UE: APERTURE ALL’ITALIA SUI MIGRANTI
L’intesa trovata con la Germania sia sul tema migranti che sulle priorità dell’Ucraina viene di fatto “confermata” indirettamente dalla lettera della Presidente Ursula Von der Leyen in vista del Consiglio Ue: secondo fonti ANSA, nella missiva si parla di cooperazione rafforzata, di search and rescue, di solidarietà, ricollocazione. Viene poi fatta una mappatura completa su questo tema parlando anche di Nord Africa e facendo riferimento all’emigrazione economica legale: «Il terribile naufragio a largo della Calabria è stato un vivido richiamo all’urgenza della nostra azione. Una soluzione equa e duratura è possibile solo attraverso un approccio europeo e bilanciato. Possiamo raggiungere più traguardi se agiamo assieme», scrive Von der Leyen.
Nella lettera inviata ai 27 leader Ue, la Commissione annuncia per il 2023 lo stanziamento di 110 milioni di euro addizionali ai 208 già impegnati per la cooperazione anti-trafficanti, ma non solo: «l’equilibrio è al cuore del Nuovo Patto di Migrazione e Asilo ed è per questo che dobbiamo cogliere l’occasione ora seguendo la Roadmap comune del Parlamento Ue e del Consiglio e verso un accordo prima della fine della legislatura». L’Europa, seguendo l’impulso del Governo Meloni – che verrà ribadito oggi nelle Comunicazioni al Senato – ha evidenziato 4 aree per un’azione immediata sul fronte migranti: «il rafforzamento dei confini esterni, procedure di frontiera e di rimpatrio rapide; affrontare il tema dei movimenti secondari e assicurare un’effettiva solidarietà; lavorare con i nostri partner per migliorare la gestione della migrazione». Ulteriori azioni verranno poi messe in campo per ricollocamenti e movimenti secondari, anche qui con «un’importante accelerazione dell’attuazione del meccanismo volontario di solidarietà». Nel dossier migranti in Consiglio Ue trova spazio la priorità di aiutare la Tunisia, che attende da tempo i finanziamenti del Fmi per evitare il tracollo finanziario: il timore del Governo Meloni è che anche da questo fronte si possa generare un’ondata di migranti.
INVIO ARMI ALL’UCRAINA: CDX CON MELONI, OPPOSIZIONI DIVISE IN TRE
Non di solo migranti, dicevamo, si discuterà nel Consiglio Ue e così oggi al Senato le Comunicazioni della Presidente Meloni verteranno sul tema centrale della riunione europea: a Bruxelles si parlerà di possibile nuovo invio di armamenti in Ucraina, in risposta all’asse Cina-Russia che va a profilarsi in questi giorni dopo la visita di Xi Jinping a Mosca. Il Governo è compatto con tutti i partiti del Centrodestra uniti sull’unica mozione da presentare dopo le Comunicazioni della Presidente del Consiglio: ok all’invio di nuove armi e aiuti, da concordare in ambito europeo presso il Consiglio Ue.
Qui però nascono i problemi per le opposizioni in quanto al momento si profila una spaccatura in tre tronconi: M5s, Pd e Terzo Polo si avviano a posizioni diverse sul tema delle armi e ancora non è chiaro se vi sarà qualche posizionamento unito eccezionalmente alla maggioranza. Il Movimento 5Stelle di Conte voterà no nella propria mozione sulle Comunicazioni di Meloni in merito all’invio di armi: la linea non cambia da dopo le ultime posizioni (votarono contro anche l’11 gennaio al Senato, con il capogruppo Licheri che disse in Aula «Il M5S non voterà più l’invio delle armi in Ucraina e a testa alta dice viva la pace, viva l’Ucraina»). Fari puntati invece su Elly Schlein chiamata alla prima vera posizione concreta da mantenere in Parlamento: si “sposterà” più verso Conte con toni più pacifisti o confermerà la linea del Pd fino ad oggi sull’invio senza se e senza ma di armi a Zelensky? Secondo il retroscena de “Il Tempo” la linea dem sarebbe alquanto “equilibrista”: da un lato verrà ribadito il «diritto del popolo ucraino all’autodifesa», ma di contro si tende ad escludere l’invio di nuove armi. Se verrà confermato sarà comunque un netto cambio di posizione che porterà malumori interni al Pd nell’ala più riformista-centrista. Da ultimo il Terzo Polo di Calenda e Renzi che ancora devono sciogliere la riserva sul presentare una mozione di parte in distinguo dal Governo o se solo su questo tema vi sarà voto comune.