Il movimento cattolico Comunione e Liberazione – fondato nell’ormai lontano 1954 da don Luigi Giussani – ha deciso di accogliere l’appello rivolto nella giornata di ieri da Papa Francesco a tutti i fedeli del mondo per raccogliersi in una veglia di preghiera a favore della pace in Medio Oriente: l’appello è stato fatto durante l’Omelia di ieri in cui il pontefice si è a lungo soffermato sui “venti della guerra e i fuochi della violenza” che continuano a “sconvolgere interi popoli e Nazioni”.



Secondo il pontefice – e qui veniamo all’appello accolto da Comunione e Liberazione – è necessario in occasione del primo anniversario della scoppio della guerra a Gaza “invocare l’intercessione di Maria Santissima” affinché porti al popolo mondiale “il dopo della pace”: per questa ragione domani il prossimo 6 ottobre “mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario” supplicando la Santissima; mentre l’invito per il 7 – appunto il giorno dell’anniversario – è a vivere quella giornata “nella preghiera e nel digiuno“.



Davide Prosperi (Comunione e Liberazione): “Al fianco della Madonna per ottenere ciò che l’uomo non riesce”

Appello ed invito accolto – quasi naturalmente – dal movimento Comunione e Liberazione, dando seguito anche alle parole del cardinale e Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa che più volte ha ricordato che chiunque ha “il dovere di impegnarsi per la pace” per salvare – innanzitutto – “il nostro cuore” dall’odio che prospera e dilaga in tutto il mondo e – soprattutto – per custodire “il desiderio del bene“.



“In questo frangente storico – spiega il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Davide Prosperi annunciando l’intenzione di partecipare alla veglia del Papa – segnato da scontri e odi apparentemente irrisolvibili” è compito della Chiesa tutta rivolgere “un’accorata supplica a Maria” – che è la nostra “Regina della Pace” – affinché interceda con “Dio [per ottenere] ciò che sembra impossibile all’uomo“; soprattutto per “una Terra Santa segnata dall’impossibilità della convivenza pacifica” che dovrebbe stimolare il popolo di Dio ad “annunciare a tutti la gioia del Vangelo“.