Marcello Veneziani per La Verità parla della “neo-religione” del comunismo sanitario, basata sull’uso totalitario della scienza per reprimere il dissenso. Come ogni religione che si rispetti, essa ha i suoi riti e simboli, come la genuflessione e i minuti di silenzio in ginocchio. Per molti è semplicemente un modo di lottare contro Donald Trump, la Bestia, il Nemico da sconfiggere nelle ormai non lontane elezioni americane.
Ecco perché “un assassinio come tanti della polizia americana” è diventato un evento di portata mondiale. Veneziani scrive di un’America violenta, ma proprio per questo enfatizzare una sola vittima “è solo malafede”, che rende la morte di George Floyd uno strumento per la causa. Per molti sconfiggere Trump, ma per alcuni c’è di più, la volontà appunto di forgiare una nuova religione “attorno al catechismo del politically correct“.
Per Veneziani non si può più parlare di “pensiero unico”, ma di “potere unico“: un sistema totalitario che si fonda sull’assoluto umanitario, cioè “l’imperativo di salvarci la pelle a ogni costo”. Il Coronavirus è stata dunque l’occasione di imporre il comunismo sanitario: si reprime ogni forma di dissenso con le “restrizioni più assurde” e le “profilassi più fantastiche e insensate”. La scienza impone i nuovi dogmi e il potere li utilizzare per “allargarsi e durare il più possibile”, avendo come modello guarda caso la Cina, da dove tutto è cominciato. Il modello cinese di repressione e controllo totale è diventato il paradigma al quale ispirarsi.
COMUNISMO SANITARIO: VENEZIANI DESCRIVE LA “NUOVA RELIGIONE”
Il connubio fra capitalismo e comunismo ha trovato il collante nell’uso “imperativo” della scienza e nell’applicazione “totalitaria” del controllo. Tanti denunciano i rischi di una “dittatura sanitaria”. Ad esempio Giorgio Agamben, che denuncia “l’inquietante connubio fra religione medica e capitalismo“, incline a sospendere libertà e democrazia; Michel Onfray invece denuncia l’avvento di una dittatura globale fondata su sette comandamenti repressivi della libertà, perché tutti i dissidenti sono etichettati come “fascisti”.
Onfray dunque invoca un “ateismo sociale” per non inginocchiarsi davanti ai nuovi dei del comunismo sanitario. Dunque è in atto il tentativo di sostituire Dio con una nuova divinità di cui i fanatici sostenitori sono gli “antifa“, contrazione “global” di antifascisti in cui l’elemento di odio (anti) sopravvive al sostantivo. Il nemico è Trump e tutto quello che gli somiglia, dal sovranismo a Vladimir Putin.
Il piano della nuova religione del comunismo sanitario prevede tre sostituzioni: la fede medico-progressista al posto della fede in Dio; la popolazione mobile dei migranti al posto di popoli o nazioni; il postumano secondo scienza e volontà al posto dell’uomo secondo natura e procreazione. L’Italia, conclude Veneziani, è l’esempio perfetto “per la sua fragilità, la sua teatralità, il trasformismo e il servilismo, l’impreparazione del governo, il residuo ideologico depositato dal comunismo e dall’antifascismo”.