I CATTO-DEM SFIDANO SCHLEIN: ECCO CHE NASCE “COMUNITÀ DEMOCRATICA”, L’ESORDIO A MILANO
La “Comunità Democratica” esisteva già come corrente interna al Pd ma dal prossimo 18 gennaio 2025 sarà ufficialmente il nome della componente cattolica che da dentro il Partito Democratica arriva a sfidare direttamente la segreteria di Elly Schlein. Il “centro-cattolico” è stato discusso e ipotizzato per anni, prima su impulso di Renzi e Calenda che erano arrivati anche a formulare una proposta politica (il Terzo Polo) poi naufragata; in seguito, i malumori interni allo stesso Pd per la svolta radicale-progressista della attuale leader (con le aperture ad AVS e Conte per la coalizione anti-Meloni) hanno visto svariati movimenti nelle retrovie attorno alla figura di Romano Prodi.
E ora, nel 2025 ormai alle porte, l’annuncio della presentazione a Milano il prossimo 18 gennaio del progetto “Comunità Democratica” nato dall’idea degli ex PPI e DC, quelli che durante i Governi Berlusconi venivano definiti “catto-dem”. Nati dall’esperienza del cattolicesimo democratico del Centrosinistra, gli esponenti del Pd più spostati verso il centro si danno appuntamento con la “Comunità Democratica” organizzata dall’ex Ministro Graziano Delrio: nella scaletta giunta al “Corriere della Sera” si vedono interventi da svariati esponenti “cattolici democratici”, a cominciare dallo stesso Delrio, da Romano Prodi e Pierluigi Castagnetti, così come l’ala ex renziana fino all’ex Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini protagonista nelle ultime settimane di svariati rumors sull’ingresso in politica proprio per trainare il centro moderato verso il “campo largo”.
DA PRODI A RUFFINI (IN ATTESA DI RENZI): IN COSA CONSISTE IL PROGETTO DI “COMUNITÀ DEMOCRATICA” E PERCHÈ NASCE ORA
Con “Comunità Democratica” si tenta all’interno del Pd di far capire che la cultura dei cattolici democratici «può dare molto al Paese, come in altri tornanti storici. Chiediamo una maggior accoglienza e spazio», spiega Delrio all’ANSA nel confermare la nascita della “nuova corrente”, rivendicando spazio e aperture tanti nel Pd quanto «anche fuori dai Dem». Da Don Sturzo a Bruxelles, i “valori” della Comunità Democratica immaginata dai “prodiani” si estende sui punti storicamente non propriamente affini alla segretaria Schlein e al nuovo corso del Partito Democratico dopo l’uscita di scena di Enrico Letta.
Dai problemi della natalità fino al tema dell’autonomismo misto a municipalismo, la tradizione del vecchio Partito Popolare democratico viene riproposta dal “manifesto” di Delrio: «vogliamo dare un contributo di proposte e idee sui grandi temi del nostro Paese», rivendica l’ex Ministro che non allontana la discussione anche sui temi etici, elemento di netta differenza di contenuto tra la “Comunità Democratica” e il resto del Pd di Schlein. La crisi demografica dell’Italia e dell’Europa, se non viene affrontata subito, «metterà in crisi tutto il welfare, dalle pensioni alla sanità»: eppure, davanti alle iniziative dei cattolici dem, una prima “risposta” nella medesima area centrista arriva dall’attuale presidente della Democrazia Cristiana, il deputato Gianfranco Rotondi. Davanti all’evento di Milano del prossimo 18 gennaio, l’ex Ministro sottolinea che dopo il 1995 la DC è in forte maggioranza passata nei cordoni del Centrodestra, «difficilmente può essere tentata dalla iniziativa di Ruffini», conclude Rotondi all’Adnkronos.
Sulla tempistica della “nascita” può essere incida il nuovo anno 2025 dalle non capitali scadenze elettorali (a parte i voti chiave in Veneto e Campania) che porrebbe il “campo largo” alla prova del nove per quanto riguarda la costituzione e le alleanze verso le prossime Elezioni politiche previste per il 2027. La spinta di Schlein per costituire una coalizione il più a sinistra possibile (oltre a M5s e AVS anche le istanze della CGIL di Landini) ha fatto storcere il naso negli scorsi mesi a tanti cattolici e moderati interni al Partito Democratico, e non solo: l’area ex Terzo Polo rivendica la necessità di allargare al centro, e non all’estremo, il cordone della coalizione, con Matteo Renzi che punta fermo sulla messa in soffitta del progetto Pd-M5s a vantaggio invece di un centro-sinistra socialdemocratico con apertura all’ala cattolica. Il progetto di “Comunità Democratica” dovrebbe andare in questa direzione ma resta da capire cosa deciderà la Segretaria Schlein nei prossimi mesi e – aggiunta non da poco – se rimarrà ancora lei a dirigere le operazioni sulla coalizione in vista del 2027.