L’assegno di inclusione è una delle armi che il governo Meloni vuole usare contro il “nero”. La conferma arriva da Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, secondo cui questa misura ha determinato «la fuoriuscita dal nero di tanti che prima percepivano il reddito di cittadinanza» focalizzando le risorse «solo su chi ne ha i requisiti». Inoltre, ha evidenziato che l’assegno «è stato esteso alle donne vittima di violenza». De Luca ne ha parlato dal palco di Telefisco dell’Aruba Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro, respingendo le critiche sulla contrazione dei numeri dei beneficiari rispetto al reddito di cittadinanza.
«La risposta per noi tecnici è semplice. In primo luogo oggi funzionano i controlli, quindi l’ex sussidio divenuto “sostegno” viene percepito solo da chi ne ha i requisiti e, vivaddio, la gente oggi lavora: l’aumento dell’occupazione non è certo frutto del caso, non è un’opera di magia», ha spiegato De Luca, come riportato dal Sole 24 Ore. Ma il numero uno dei consulenti del lavoro ha evidenziato anche la portata “civile” dell’estensione dell’assegno di inclusione alle donne vittime di violenza. «Credo che questo sia un segnale molto forte perché solo con l’indipendenza economica si può uscire da quelle brutte spirali. La nostra Fondazione per il lavoro ha già ricevuto un gruppo di donne che vuole uscire da storie di violenza per entrare nel circuito del lavoro, dove ogni vittima potrà trovare la sua dignità».
ASSEGNO DI INCLUSIONE, L’ANALISI DI DE LUCA
Rosario De Luca, in merito alle politiche di defiscalizzazione del lavoro, ha preso atto che è benvenuta, come tutte le agevolazioni di natura fiscale, ma il suo auspicio è che «diventi strutturale perché tutto quello che impatta positivamente sul costo del lavoro, e più in generale sui costi aziendali, sviluppa energia e aumenta la produttività». Il bilancio, però, deve essere di medio termine per il presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, «visto che normalmente gli effetti si rilevano nel momento delle dichiarazioni e comunque non mese per mese». In ogni caso, riporta il Sole 24 ore, De Luca ritiene «importante che possano essere ripristinate alcune decontribuzioni, penso in questo momento ai giovani, per i quali le risorse non sono state rintracciate». Un altro ambito su cui si sta intervenendo, anche a livello di semplificazione, è quello dello sport e del terzo settore. «Più che semplificazione la definirei “regolarizzazione” di un settore che era “diversamente gestito” rispetto alle regole ordinarie», ha aggiunto De Luca.
La legge tre anni fa, «nata malissimo con troppi buchi e troppe falle», provava a «regolarizzare il settore, ma senza adeguarlo alla normativa ordinaria. Si è andati avanti così con proroghe inevitabili». Ora invece serve un’operazione di formazione e informazione sul settore, «perché è un segmento che è sempre stato fuori dall’alveo della “normalità” della gestione ordinaria». De Luca ha citato l’accordo con Sport e salute house del ministero dello Sport per «andare sul territorio, parlare, spiegare anche in modo molto semplice quelli che sono gli adempimenti». Per il presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro non è sufficiente quanto fatto in passato: «Servirà qualcosa di più ordinario legato alle norme ordinarie della gestione del rapporto di lavoro».