Quando si dice tirare le estreme conseguenze di un concetto: «Il sesso biologico non avrà più importanza dal punto di vista sociale (se sarà approvato il Ddl Zan, ndr) perché conterà soprattutto il sesso culturale cioè quello percepito come, d’altra parte, si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età». Le parole di Maria Rita Castellani, Garante per l’infanzia della Regione Umbria (giunta Centrodestra-Lega, ndr), hanno sollevato un bufera prevedibile, aggiunta al fatto di essere considerata molto amica del senatore leghista Simone Pillon, tra i primi critici del ddl Zan contro l’omobilesbotransfobia.



Castellani se la prende in particolare con la parte della legge in cui si discute dell’identità di genere, contestando e non poco l’assunto ideologico di chi l’ha scritta (come del resto fatto in queste settimane anche da esponenti della sinistra italiana, da Italia Viva fino a Stefano Fassina, da alcuni parlamentari del Pd alle sigle femministe): «Il concetto d’identità cambia – è la conclusione di Castellani, citata dal Corriere della Sera -, non è più quello antropologico che conosciamo da sempre e che distingue persona da persona a ragione di evidenze biologiche, ma diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento. Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto». Con il Ddl Zan in vigore, insomma, il rischio di poter avallare – paradossalmente – tabù come l’incesto, la poligamia, la pedofilia e la zoofilia: «si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età, fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù».



BUFERA SULLA GARANTE DELL’UMBRIA

Inevitabili le polemiche contro la tesi di Maria Rita Castellani, con alcuni esponenti politici che chiedono alla Governatrice leghista dell’Umbria Donatella Tesei di rimuovere la Garante dell’infanzia. «Castellani ha realizzato un’acrobazia pericolosa in bilico fra propri convincimenti personali, pregiudizi inqualificabili…dimostrando un’ignoranza colpevole per chi ricopre il suo ruolo…rappresenta una realtà fantascientifica, inesistente nel mondo delle cose concrete e non scritta nel Ddl Zan», recita il documento di diverse associazioni LGBTQ.

La polemica entra anche nella bagarre politica del momento, dove in Parlamento si attende l’arrivo del Ddl Zan il prossimo 13 luglio per la “conta” finale tra Centrosinistra e Centrodestra, con il ruolo decisivo che avranno ancora una volta i senatori renziani: «Le parole espresse dalla garante dei minori dell’Umbria, Maria Rita Castellani, sul ddl contro l’omotransfobia sono di una gravità inaudita», attaccano dal M5s, «Un insulto ai diritti che vogliamo garantire, un insulto a tutte le persone LGBT, un insulto a tutti i bambini che avrebbero bisogno di essere ‘garantiti’ nella loro formazione e nella loro vita e non ingannati con teorie assurde che vogliono solo screditare una legge che punta alla tutela di tutti. È una vergogna. Riteniamo che Castellani non sia adeguata a ricoprire questo ruolo di garanzia e debba dimettersi». Ancora più duro è il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che punta dritto contro Castellani e la Lega, «Fanno bene le 50 associazioni umbre, i 300 docenti ed intellettuali di quella regione a manifestare tutto il loro sdegno per le farneticazioni della  garante regionale per l’infanzia. Sdegno giustificato perchè non si può accettare che sul ddl Zan si dica che sarà ‘caos contronatura’, addirittura ipotizzare sesso fra esseri umani ed animali. Rimetta il mandato per il bene e il prestigio  delle istituzioni dell’Umbria e ritorni nella caverne da cui l’hanno tirata fuori i suoi sponsor leghisti».