Con l’inizio del lockdown l’avvocato matrimonialista Annamaria Bernardini De Pace sperava romanticamente che avrebbe assistito ad un aumento delle nascite che avrebbero in qualche modo cancellato le difficoltà del periodo. Tuttavia si è dovuta ricredere, come commenta in un editoriale per La Stampa ripreso da Dagospia: “Di tante nuove nascite non si parla, mentre, addirittura, si conta un 60% in più di separazioni coniugali”, scrive, confermando un incremento di separazioni, anche non coniugali, durante il periodo della pandemia. Questo sarebbe avvenuto poichè tutti i conviventi, sposati e non, sarebbero stati a suo dire sottoposti “all’improvvisa analisi ossessiva dei loro sentimenti, dei loro progetti, dei sogni rimandati e dei sogni distrutti”.



Prima del Covid i coniugati, eccetto la notte, trascorrevano insieme non più di 2-3 ore al giorno ed anche nel fine settimana erano soliti dedicarsi ad impegni del tutto differenti. Al tempo stesso, gli amanti a parte la notte, riuscivano a trascorrere 2-3 ore insieme al giorno e talvolta anche parte del weekend. Con l’arrivo del Covid, dallo scorso marzo è avvenuta una sorta di rivoluzione nelle coppie: “gli amanti hanno ridotto il tempo comune a zero secondi e i coniugati lo hanno moltiplicato a 24 ore”. Ed in tanti hanno preferito optare per la separazione.



CON IL LOCKDOWN AUMENTO DI SEPARAZIONI, PARLA L’AVVOCATO BERNARDINI DE PACE

All’inizio del lockdown le coppie clandestine hanno continuato a vedersi poichè, spiega l’avvocato Bernardini De Pace, uno dei due si è improvvisato runner, “di fatto poi si infilava nella casa dell’amante per due ore e veniva poi scoperto il suo inganno perché magliette e calze non erano per nulla madide di sudore, dopo tanta dichiarata corsa”. In casa invece le zone sono state suddivise e ciascuno si è organizzato con il proprio computer non solo per lavorare ma anche per chattare in modo indisturbato. E così dopo appena 10 giorni di lockdown molte coppie si sono ritrovate a dichiarare la resa: “Di fronte al progetto di vita in comune rivelatosi illusorio e sbagliato, di fronte a un uomo o a una donna che non corrispondevano al giudizio del primo sguardo, la separazione è apparsa l’unica soluzione per uscire dal soffocamento coniugale”.



Il confinamento in alcuni casi ha contribuito a far esprimere il peggio di sé. Alcuni per timore di dover aspettare hanno messo subito in pratica il progetto di separarsi o fuggendo o venendo cacciati di casa. Ma la convivenza forzata ha visto anche alcune coppie convincersi di poter continuare una situazione impossibile perchè non in grado di permettersi il doppio costo di ogni cosa. “Ma le separazioni sono state più delle riconciliazioni, più delle decisioni di convivenze forzate. Forse ha vinto la verità. O forse la voglia di libertà”, ha proseguito la Bernardini De Pace. E questo sarebbe il risultato di quando si comprende che “senza l’amante non si può più stare, che troppa moglie o troppo marito provocano mentali crisi asmatiche, che persino la convivenza con i figli fa insorgere allergie e che in conclusione il matrimonio o la convivenza erano state scelte azzardate”.