Ciclicamente è una “minaccia” che ritorna nelle menti e nei ricordi dei contribuenti italiani: il “prelievo forzoso dai conti correnti”, avvenuto una sola volta in quel lontano 1992 per decisione dell’allora Premier Giuliano Amato dopo la svalutazione a livelli storici della Lira, è stato poi più volte rilanciato nei periodi foschi dell’economia italiana di questo ultimo decennio di crisi sostanziale. Oggi a ritirarlo fuori è Salvini che nello sferrare l’ultimo attacco al Premier Conte sullo spinoso caso Mes, ritiene che proprio col Fondo Salva-Stati vi è la concreta possibilità che gli italiani possano vedersi sfilare alcuni prelievi “forzosi” sui propri conti correnti: «Il M5s è sempre stato contrario a questo trattato, come la Lega. Milano Finanza addirittura parla di pericolo di incursione nel conto corrente di notte: è un trattato pericoloso a vantaggio delle banche tedesche, contro l’economia italiana. Chi lo firma se ne assumerà tutte le responsabilità». Puntuale allora per “Investire oggi” interviene Giuseppe Timpone per provare a far luce sull’ultimo attacco dell’ex Ministro degli Interni contro il Premier Conte alla vigilia dell’intervento alle Camere per riferire proprio sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità.



SALVINI VS CONTE: L’ULTIMO SCONTRO SULLA RIFORMA MES

Già negli scorsi giorni il Governo Conte aveva smentito – tacciando di propaganda insensata – le ricostruzioni che arrivano dalla Lega sulla natura della riforma del Fondo salva-stati e «sul rischio che i risparmiatori italiani correrebbero di subire un secondo prelievo forzoso dai loro conti correnti dopo quello del luglio 1992». Timpone spiega bene come a livello formale il rapporto conti correnti-riforma Mes non ha alcun nesso diretto: «Nessuno a Bruxelles ha mai parlato ufficialmente di mettere le mani sui risparmi depositati presso le banche, se non a proposito del “bail-in” e limitatamente ai casi in cui si rendesse necessario il salvataggio statale di un istituto e le perdite minime dell’8% rispetto alla massa passiva non dovessero essere coperte da azioni e obbligazioni». Il problema però risiede nelle diverse – e non da oggi – preoccupazioni di Germania e Francia circa lo stato del nostro debito pubblico: Paese indebitato ma privati con notevoli risparmi “frenati” nelle banche. Per Timpone, «l’automatismo delineato da alcuni suoi economisti di punta, nonché consiglieri del governo federale tedesco: abbattere il debito pubblico italiano imponendo un taglio orizzontale alla ricchezza privata». Da qui l’allarme lanciato anche da Salvini: in sostanza, «poiché operativamente sarebbe molto complicato procedere all’espropriazione di immobili e assets illiquidi o non facilmente negoziabili e monetizzabili, la massa di ricchezza realmente aggredibile sarebbe quella liquida, cioè non investita in titoli o beni fisici», spiega ancora Timpone. I conti correnti italiani, se effettivamente il meccanismo Mes dovesse applicarsi in Italia, potrebbero allora fare al caso di questo tipo di “prelievo” volto ad evitare che lo Stato dichiari crisi economica-default quando diversi privati hanno ancora notevoli risparmi sui propri conti in banca. Assurdità finanziaria e fake news? Al momento è solo un rischio, molto pericoloso per la fiducia nei mercati che potrebbe conseguire oltre allo scontro totale tra Paesi e Comunità Europea: al momento, con un Governo politico, questo rischio non dovrebbe incorrere ma come accadde 27 anni fa se per ipotesi dovesse instaurarsi un Governo tecnico allora sì che la possibilità “estrema” di Bruxelles di intervenire sul debito pubblico italiano potrebbe prevedere sì il “prelievo forzoso”.

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