Con una sola dose di vaccino si può andare in vacanza serenamente? Un quesito che campeggia sulle colonne de “Il Corriere della Sera” e che è stato posto a Stefania Salmaso dell’Associazione italiana di epidemiologia, già direttrice del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità. Un’intervista utile a capire come comportarsi in vista dell’estate, anche e soprattutto alla luce dell’incremento della diffusione della variante Delta (indiana), che, secondo uno studio pubblicato su “Lancet”, sembra indurre una minore risposta anticorpale nelle persone vaccinate con Pfizer, specialmente se solo con la prima dose.



“Il forte calo dei contagi – si legge sul quotidiano – non deve farci pensare che siamo arrivati al rischio zero. Chi va in vacanza deve mantenere le misure di sicurezza: la mascherina è fondamentale nei luoghi chiusi (a partire dall’aereo) e in tutte le situazioni in cui non si possa mantenere la distanza da persone di cui non si conosce lo stato di salute. Chi va in altri Paesi può informarsi sul sito «Viaggiare sicuri» del ministero degli Esteri (infocovid.viaggiaresicuri.it )”.



UNA DOSE DI VACCINO BASTA PER ANDARE IN VACANZA? E CHI DEVE PRENOTARE UN RICHIAMO?

Una dose di vaccino dunque per andare in vacanza può bastare, ma non è detto: serve comunque prudenza. Per questo, “Il Corriere della Sera” si chiede: chi ha ricevuto la seconda dose da 6 mesi o più dovrebbe prenotare un richiamo? La dottoressa Salmaso dice che al momento non è prevista una terza dose, in quanto la protezione offerta dal ciclo vaccinale completo va certamente oltre i 6 mesi. Per quanto concerne invece i guariti da Coronavirus, essi possono ritenersi tranquilli, a patto di rispettare le misure di sicurezza cui siamo abituati. Possono ricevere un’unica dose di vaccino dopo 3-6 mesi dalla fine della malattia: in questo modo la risposta anticorpale già presente viene fortemente potenziata. Infine, un quesito su tutti: la variante Delta sta circolando in Italia? “L’ex variante indiana si attesta all’1 per cento, mentre l’Alpha (inglese) è all’88,1 per cento e la Gamma (brasiliana) al 7,3. Ad oggi il ceppo più preoccupante, per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini, sembra essere Beta, isolato in Sudafrica e praticamente assente in Italia”.

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