Gli xenotrapianti possono essere la soluzione alla carenza di organi, ma le preoccupazioni etiche sono tante. Non molto tempo fa i successi della medicina dei trapianti venivano celebrati come una vittoria sulla morte, d’altra parte c’erano state diverse battute d’arresto per le reazioni di rigetto del sistema immunitario, che sono state risolte con lo sviluppo di farmaci e nuove scoperte rivoluzionarie nel campo dell’immunologia. Ma sullo sfondo è sempre rimasto il problema della carenza di organi. La nuova svolta, dunque, potrebbe essere rappresentata dagli xenotrapianti, termine con cui viene definito il trasferimento di tessuti e organi tra specie diverse, o più precisamente dagli animali all’uomo. Anche se le scimmie sono geneticamente più vicine all’uomo, il cuore dei maiali risulta più adatto alla donazione.
Le organizzazioni per la protezione degli animali, spiega Süddeutsche Zeitung, non sono le uniche a proporre argomenti eticamente giustificati contro gli xenotrapianti. Altrettanto importanti sono le preoccupazioni morali per motivi religiosi, filosofici o ideologici che molte persone nutrono. Nel frattempo, proseguono gli studi, infatti si è così scoperto che i maiali sono donatori versatili. Ad esempio, la pelle degli animali viene utilizzata per i pazienti con gravi ustioni, gran parte delle valvole cardiache biologiche che vengono trapiantate nelle persone per sostituire una valvola cardiaca difettosa sono ricavate dalle valvole di cuori di maiale. Da qui l’idea di provare a usare l’intero cuore di maiale come cuore donatore per il trapianto nell’uomo.
PERCHÈ XENOTRAPIANTI DI CUORE, NON DI FEGATO
C’è un motivo per il quale gli xenotrapianti non sono concepibili al momento per il fegato, bensì per il cuore. Lo spiega il professor Bruno Reichart, rinomato cardiochirurgo ed ex direttore della Clinica di cardiochirurgia del Klinikum Großhadern. Il cuore non è solo un organo robusto, ma anche piuttosto semplice nel suo funzionamento. «A differenza dei reni, per esempio, che filtrano, espellono, riassorbono e producono ormoni, o del fegato come organo metabolico centrale, il cuore è prima di tutto solo un muscolo cavo che aspira e pompa», dichiara il luminare a Süddeutsche Zeitung. Non ci può essere xenotrapianto senza modificare geneticamente i maiali in modo che il loro cuore possa essere tollerato dal sistema immunitario umano. «Senza la manipolazione genetica, un cuore di maiale trapiantato verrebbe immediatamente attaccato e respinto dal sistema immunitario umano. Nemmeno i farmaci sarebbero in grado di evitarlo», spiega il professor Eckhard Wolf, titolare della cattedra di Allevamento Molecolare e Biotecnologia presso la LMU di Monaco. Non c’è più motivo di temere un rigetto iperacuto già all’inizio di un trapianto. Inoltre, è stato dimostrato che i moderni dispositivi tecnici possono proteggere meglio i cuori tra il prelievo e l’impianto e quindi mantenerli pienamente funzionanti prima.
LA SVOLTA CON I MAIALI DELLA NUOVA ZELANDA
Nel frattempo, è stata compiuta un’altra svolta: in futuro, i cuori dei donatori proverranno da maiali che discendono da quelli dell’isola di Auckland in Nuova Zelanda. Che cosa hanno di speciale? Sono una razza particolarmente piccola, di conseguenza le dimensioni dei loro cuori corrispondono a quelle dei cuori umani, a differenza dei cuori dei maiali di campagna locali, che sono notevolmente più grandi. Inoltre, non crescono ulteriormente quando vengono trasferiti su un corpo estraneo. Altro vantaggio è questi animali hanno vissuto e si sono riprodotti in gran parte in isolamento su una piccola isola per 200 anni, quindi non solo sono geneticamente molto simili, ma sono anche in gran parte privi di malattie, compreso il retrovirus PERV-C. Nel caso degli xenotrapianti, il rischio di trasmissione del PERV-C all’uomo sarebbe quindi estremamente basso. In ogni caso, vanno adattati geneticamente all’uomo, in modo che i loro organi siano poi accettati dal sistema immunitario umano. Quindi, vengono spenti alcuni geni nelle cellule di maiale e vengono inseriti due nuovi geni nel nucleo della cellula. Il corretto funzionamento dei nuovi geni, tuttavia, va ancora dimostrato in modo affidabile usando un numero maggiore di animali.
PRIMO STUDIO CLINICO PILOTA TRA DUE-TRE ANNI
Ma se tutto va secondo i piani, sarà possibile fornire i primi cuori di donatori per il trapianto già l’anno prossimo: prima per un altro test su primati non umani, due o tre anni dopo per un primo studio clinico pilota. Un ruolo importante nei progressi sui trapianti di organi, in particolare sugli xenotrapianti, lo hanno gli scienziati della Ludwig-Maximilians-Universität (LMU), che da anni portano avanti la ricerca per consentire il trapianto di cuori di maiale nel corpo umano. Attualmente si stanno studiando le cellule del pancreas di maiale che producono insulina per il trattamento del diabete, le valvole cardiache e i cuori di maiale. «Sono fermamente convinto del potenziale dello xenotrapianto e presumo che un giorno sarà la risposta alla carenza di organi da donare in Germania che stiamo aspettando da tanto tempo. In questo modo saremo in grado di offrire una prospettiva di prolungamento della vita a un numero significativamente maggiore di persone affette da gravi patologie cardiache», conclude il professor Bruno Reichart.