Per Natale, le associazioni concertistiche fioriscono. I teatri d’opera offrono anch’essi un’ampia scelta di concerti. Insomma, in tutti i Paesi, e anche in Italia, i concerti natalizi sono una tradizione profondamente radicata dove vanno intere famiglie. Quest’anno la scelta è più grande del solito perché, a causa dell’emergenza Covid-19, le società concertistiche e i teatri hanno scoperto lo streaming. In breve, è possibile seguire diversi concerti al giorno semplicemente sedendosi davanti allo schermo del computer. Tuttavia, lo streaming è lontano da un concerto dal vivo. La qualità dell’audio e della visione lascia a desiderare anche se si dispone di un computer di alto livello. Non c’è il rito di vestirsi bene per andare in un teatro o in una sala da concerto. Soprattutto, manca la socializzazione con altri amanti della musica.



Ad esempio, a Roma dove vivo, il 23 dicembre l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha eseguito e trasmesso su uno dei canali Rai un concerto diretto da Kirill Petrenko e con Igor Levit come solista con un programma con la Ouverture Oberon di Weber, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 di Prokof’v e la sinfonia n. 9 di Schubert. Il 25 dicembre alle ore 11, il Teatro dell’Opera, ha trasmesso in streaming un concerto di musica sacra di Vivaldi con Robert Gabbiani alla guida sia dell’orchestra che del coro. Ci sono, naturalmente, molte altre proposte dell’Accademia Filarmonica di Roma e di diverse società di concerti spesso associate a Chiese. C’è una situazione simile in tutta Italia.



Ho fatto una selezione basata su due criteri: a) musica natalizia e b) trasmissione televisiva o su canali ad alta definizione. Ho scelto due concerti: quello dell’Accademia Chigiana e quello della Scala.

Il 23 dicembre, nell’ambito del programma invernale dell’Accademia Chigiana, il coro del Duomo di Siena Guido Chigi Saracini, diretto da Lorenzo Donati, ha guidato gli spettatori e gli ascoltatori alla scoperta delle Sette Antifone dell’Avvento e del primissimo Magnificat, detto Antifona “O”, nella splendida cornice del Duomo di Siena. Al fine di fornire una speciale esperienza spirituale e culturale, sono state eseguite varie versioni di questa musica sacra particolarmente adatta al Natale: da quelle dello stile gregoriano medievale a quelle rinascimentali e a quelle della musica contemporanea. Ogni versione è legata alla precedente, come se ogni giorno la liturgia riprendesse il discorso da dove era stato lasciato il giorno prima e lo integrasse aumentando il climax dell’attesa. Oltre alle sette versioni originali delle antifone, il concerto ha proposto le interpretazioni di diversi autori in un percorso originale fino ai giorni nostri: Palestrina, Gallus, Gesualdo, Bruckner, Kodaly, Poulenc, Pärt, Macmillan. Il Duomo di Siena è un magnifico monumento: Richard Wagner lo scelse come ambientazione del secondo quadro del primo e del terzo atto di Parsifal, cioè il Tempio del Santo Graal.



È stato un evento molto emozionante in grado di mostrare come la musica, l’arte e la bellezza contribuiscano all’arricchimento interiore. Fortunatamente, la piattaforma dell’Accademia “Chigiana Digital” ha un’eccellente qualità audio e rendeva molto bene le bellissime immagini della Cattedrale. Il Coro è un ensemble, formato da un numero variabile di coristi selezionati da tutta Italia. In pochi anni, l’ensemble ha raggiunto un alto livello sia nel repertorio sacro e liturgico, sia in quello concertistico. Questo è stato il primo dei sei concerti offerti nuova piattaforma digitale “Chigiana Digital” con un elevato standard di trasmissione video e qualità audio digitale stereo. Si possono ascoltare e vedere su Chigiana Digital fino a venerdì 15 gennaio 2021.

Il concerto di Natale alla Scala è stato trasmesso in televisione su Rai 1 il 24 dicembre alle ore 10.15 e ripetuto su Rai 5 il 25 dicembre alle ore 16.20 e può essere ascoltato in qualsiasi momento su Rai Play. Il programma è interamente dedicato alla musica di Mozart: il concerto per pianoforte e orchestra n. 9 composto a Salisburgo quando aveva circa 21 anni, il mottetto «Esultate Jubilate» composto a Milano quando aveva solo 17 anni, e una delle sue sinfonie più tarde e conosciute, la sinfonia n. 41 «Jupiter». Il programma è stato affidato alla bella voce soprano di Aida Garifullina, all’intelligenza pianistica di Beatrice Rana e alle qualità sempre più nitide del direttore Michele Mariotti. Non c’era coro, molti dei cui membri lottano ancora con il virus. Come mostrano le foto, l’orchestra era su una piattaforma su parte della platea.

Nel concerto per pianoforte e orchestra, Beatrice Rana ha stimolato i sentimenti del pubblico televisivo. Grazie a lei, l’orizzonte prende presto i confini senza limiti della grazia di Mozart; la coglie con una tecnica ferma come l’acciaio, ma anche con un fraseggio nobile e arioso e un passo decisivo che non trascura le ansie, l’indicibile, l’implicito. Il suo rondò è abbastanza eccezionale. La musica scorre senza intoppi nel mottetto del Mozart ancora più giovane: Aida Garifullina l’ha eseguito in un bellissimo equilibrio tra coloratura ed espressione. Mariotti supporta contrappunto e ricami. Dimostra pienamente le sue qualità nella lettura di «Jupiter», l’ultima pagina vertiginosa e metafisica del catalogo sinfonico di Mozart.

Formatosi nella scuola di Claudio Abbado, Mariotti mette l’esecuzione secondo le coordinate che Abbado ha usato con l’Orchestra Mozart: sonorità moderne ma non piccole e nervose come piace ai filologi. Il suo è il modo maturo di fraseggio e lasciare respirare la musica, in un rapporto tra luminosità e ombre che ha il merito di salvare all’ascoltatore la pena del contrasto «romantico». Sua è la tinta sensuale anche nell’«adagio».