Che le parole di Tiziano Ferro alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa abbiano suscitato polemiche sui social dimostra solo la superficialità e la banalità della gran massa di persone. Probabilmente ha infastidito (per invidia) che il cantante sia intervenuto dalla sua villa di Los Angeles, ma al netto di tutto ha detto cose giustissime. Non ha chiesto risposte per sé, ha detto esplicitamente, ma “per chi sta comprando i biglietti, mezzo milione di persone per i miei concerti, le persone che lavorano sopra e dietro al palco. Occorre tutelare il pubblico e i lavoratori più fragili”. Da quel che si capisce nelle poche e confusionarie comunicazioni del governo infatti, nella cosiddetta fase 2 i concerti saranno gli ultimi a riprendere l’attività. Certo, in moltissimi avranno paura a mischiarsi tra migliaia di persone e giustamente, il virus continuerà infatti a essere presene per mesi ancora. Ma di fatto l’indotto dei concerti dà da lavorare a migliaia di persone, oggi tutte a casa, tutti in gran parte lavoratori indipendenti, a partita Iva. Eppure per la gente i concerti “sono l’ultimo dei problemi”. A parte che gli spettacoli sono uno dei pochi momenti di bellezza e serenità di cui al gente gode, Tiziano Ferro ha parlato di un problema del lavoro lasciato ignorato: “Io però ho bisogno di chiedere che si faccia chiarezza, che il governo ci dia delle risposte e anche si esponga e prenda una posizione per noi perché in queste settimane il mondo della musica ha veramente fatto vedere di cosa è capace, abbiamo raccolto 8 milioni di euro con Musica che unisce, però anche noi adesso ci meritiamo un minimo di attenzione e riconoscimento, come tutti gli ambienti lavorativi, ma io posso parlare solo per il mio”.



I SOLDI NON RESTITUITI

Il mondo dello spettacolo è fatto da lavoratori non solo da un cantante:  professionisti dell’intrattenimento che lavorano con ritmi spesso serratissimi e senza orari. Sono tecnici delle luci e del suono, fonici, truccatori, costumisti, autori, uffici stampa, promoter, tour manager, manager. Gente anche che muore, è successo più di una volta, durante la costruzione dei palchi. Tiziano Ferro ha parlato per loro. Gente come gli operai in fabbrica, ma senza dietro i grandi sindacati, perché lavorano stagionalmente, perché fanno parte di cooperative, perché lasciati indietro “tanto la musica è un passatempo”. Lo ha detto anche Francesco De Gregori in una intervista all’Ansa: “Posso solo sperare che gli innumerevoli lavoratori dell’indotto, che costituiscono la manovalanza necessaria a mettere in piedi un concerto e di cui il pubblico spesso ignora l’esistenza, possano essere protetti dalla cassa integrazione o da altri meccanismi di tutela”. E poi ci sono gli spettatori. Purtroppo il mondo della musica live è in gran parte fatto di personaggi dubbi, che speculano sul pubblico pagante, come dimostrò l’inchiesta delle Iene sui promoter che danno parte dei biglietti ai venditori pirati che triplicano i prezzi. Tutti i concerti da marzo fino a settembre, per ora, sono stati sospesi, non annullati. Alcuni spostati all’anno prossimo. Intanto i soldi spesi per acquistare i biglietti non vengono restituiti, se li tengono loro, perché “il concerto non è cancellato ma sospeso”. Sospeso fino a quando? Perché il pubblico deve anticipare i soldi degli organizzatori? Con quale scusante? Si tratta di cifre complessive pari a milioni di euro che a loro fruttano in banca. E la gente? Fra un anno magari non potranno in molti andare al concerto e nessuno glieli restituirà. Il mondo della musica in Italia resta un buco nero dove i potenti fanno quello che vogliono, senza alcun intervento e tutela dello stato.

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