“Su Salmo dobbiamo riflettere e non semplicemente condannare la sua trasgressione alle regole”. Così scrive “il principe”, Francesco De Gregori sui social, commentando il caso del giorno, il concerto del rapper Salmo a Olbia che ha eluso ogni regola di sicurezza sanitaria. Non solo. Da quanto hanno detto le autorità locali a prescindere dal Covid, Salmo non ha chiesto neanche le autorizzazioni consuete per ogni evento, ad esempio l’occupazione di spazio pubblico, senza la quale non si può mettere neanche un tavolino per strada o fuori da un bar.
Ma, soprattutto, il concerto di Salmo ha radunato qualche migliaio di persone, tutte senza mascherina, tutte senza rispettare la minima distanza di sicurezza. C’è stato uno scambio polemico tra Fedez e il rapper sardo, con il primo che lo ha accusato di “essere un narcisista della peggior specie” per aver contribuito ad alzare il livello di rischio sanitario. Salmo ha risposto senza peli sulla lingua: “Sei un politico, non sei un artista, non ho aderito alle tue iniziative seppur giuste perché mi stai sul c..zzo”. Insomma un livello molto basso, infantile, patetico.
DE GREGORI DIFENDE SALMO: “GLI SONO GRATO…”
Tutto nasce, ha spiegato Salmo, dall’iniquità di trattamenti tra calcio e musica: “Gli assembramenti creati dalla finale degli Europei andavano bene, il mio concerto gratuito no”. Non è proprio così, sono stati criticati anche quegli assembramenti, ma per motivi di ordine pubblico si è preferito non intervenire per disperderli. Certamente la trattativa tra Chiellini e la polizia per poter fare il giro di trionfo del bus con i calciatori per le strade di Roma non è stata una bella cosa. Non importa che Chiellini sia un campione di calcio, doveva obbedire alla legge, non imporsi sulla legge.
Ma, tornando al concerto di Salmo, stupisce di più che sia sceso in campo anche il citato Francesco De Gregori. “Gli sono grato” ha scritto “per aver richiamato l’attenzione sul fatto che per una partita di calcio si possa stare in 15mila in uno stadio mentre per i concerti all’aperto c’è un limite di mille persone sedute e distanziate. A che serve allora il Green Pass? Tutte le polemiche e tutta la fatica per ottenerlo? (che fatica? ndr) Questa limitazione è profondamente ingiusta e mortifica la nostra dignità professionale. Dimostra purtroppo ancora una volta che chi è chiamato a decidere non ha nessun rispetto e nessuna attenzione per la musica ‘leggera’ e per il pubblico”.
LE RIFLESSIONI
Colpisce perché, se c’è un artista che non entra mai nel dibattito pubblico, quello è proprio De Gregori. Ma forse questa volta, essere toccati nelle tasche, lo ha fatto scattare. E’ vero, il calcio gode di privilegi ingiustificati, ma il calcio è un potere intoccabile in Italia. Forse De Gregori, nel corso della sua lunga carriera, avrebbe dovuto dare da farsi prima e in tempi non sospetti a difesa della musica, invece di goderne grazie al suo grande successo. Lo sa che gli artisti indipendenti e piccolo-medi non si esibiscono da più di un anno, visti i costi insostenibili per loro, e visto che i club dove suonavano hanno chiuso in altissima percentuale?
In zona bianca i concerti e gli spettacoli a capienza ridotta si sono potuti fare, vedi Arena di Verona o Teatro del Silenzio. Nel caso di Salmo bastava prendersi il rischio sociale e d’impresa, con tutti i relativi permessi che occorrevano, ma si sa fare i furbetti è più veloce e semplice. E un concerto autorizzato e a pagamento forse avrebbe portato solo qualche decina di spettatori. Salmo non ha fatto bene alla categoria. Arroganza e sfida delle regole non sono la giusta modalità per affrontare il problema, tanto più per rispondere alle scelte scellerate del governo come la gestione degli Europei. Non funziona così. E De Gregori questo lo sa benissimo. Ma forse il problema reale è che da quasi due anni non può fare il concerto previsto nel 2020 con Antonello Venditti allo Stadio Olimpico, rimandato già due volte causa pandemia…