Corte Ue: “Legittimo l’esproprio gratuito delle opere inamovibili dopo la fine delle concessioni balneari”

Continua l’eterno – e sempre più acceso – scontro tra il Governo italiano e l’Unione Europea che da mesi ‘litigano’ sulle concessioni balneari; ma mentre si attende ancora una risposta da parte della Commissione per rinnovare almeno fino al 2025 le licenze prossime alla scadenza (tardando, insomma, l’entrata in vigore della cosiddetta Bolkestein) la Corte di giustizia ha espresso il suo parere sulla causa sollevata dalla Società italiana imprese balneari – anche nota come Siib – che fino a pochi mesi fa gestiva il lido toscano di Rosignano Marittimo. L’oggetto del contenzioso era stato l’esproprio a titolo gratuito da parte dello Stato – ovviamente dopo la scadenza delle concessioni balneari – di alcune opere inamovibili che erano state finanziate dalla stessa Siib e che sono diventate (di fatto) beni pubblici ai sensi dell’articolo 49 del nostrano Codice di navigazione.



Secondo i giudici europei la ragione è in mano allo Stato che avrebbe correttamente applicato le leggi in vigore – e che valgono per “tutti gli operatori”, non costituendo insomma una “restrizione alla libertà di stabilimento” – dando seguito alla “essenza stessa dell’inalienabilità del demanio pubblico“. Non solo, perché secondo la Corte la Siib non poteva non essere al corrente dell’esproprio collegato alla scadenza delle concessioni balneari dato che tutti gli operatori del settore “si trovano ad affrontare la medesima preoccupazione (..) sapendo che, alla scadenza [della concessione] le opere non amovibili costruite saranno acquisite al demanio pubblico“.



La sentenza Ue scatena l’ira delle sigle e degli operatori di settore: “Serve un nuovo patto per non perdere gli investimenti”

Insomma: per dirlo in altri termini, secondo la Corte UE le opere inamovibili costruite dai vincitori delle concessioni balneari dopo la scadenza di queste ultime possono essere legalmente espropriate dallo Stato, senza prevedere – peraltro – alcun tipo di indennizzo o risarcimento per l’operatore che ha investito i suoi fondi per costruire l’opera. Esultano per la sentenza in quel di Fratelli d’Italia, con il deputato Riccardo Zucconi che ora intende accelerare la sua proposta per introdurre indennizzi a favore del settore dando seguito alla “legge sulla concorrenza” introdotta dall’ex premier Draghi; mentre – prevedibilmente – sono insorte le sigle sindacali del settore che da sempre chiedono l’eliminazione del già citato articolo 49 sull’esproprio dopo la fine delle concessioni balneari.



Da parte di Donnedamare e Assobalneari – che si dicono “sconcertati e preoccupati” dal parere della corte Ue – arriva una comune richiesta per introdurre un “patto concessorio” che eviti agli operatori di “perdere investimenti” dopo la scadenza degli appalti; mentre Federbalneari parla di “depauperamento del patrimonio delle nostre imprese del mare” e Confcommercio si barrica dietro al muro della necessaria “valutazione attenta” della sentenza europea sulle concessioni balneari. Tutti – tra sigle ed opertori – si dicono però concordi della necessità di superare definitivamente “l’anacronistico” articolo 49 con l’istituzione di indennizzi e risarcimenti per i concessionari uscenti.