I ritardi, le deroghe, i tentennamenti di questo come dei Governi precedenti in materia di concessioni demaniali sono una zavorra che incide da troppi anni sul mondo delle imprese che su quelle concessioni hanno basato le proprie attività. Nonché sui conti dello Stato stesso, che oggi sta rischiando ancora una volta una costosa e penalizzante procedura d’infrazione da parte della Commissione europea, che ha messo in mora l’Italia per il mancato recepimento della direttiva Bolkestein, che prevede l’azzeramento dei precedenti e la messa a gara di ogni concessione.
Che questo penoso stallo faccia male soprattutto agli attori principali, gli imprenditori balneari, è confermato dalla recente lettera aperta firmata dai presidenti di Sib-Confcommercio Antonio Capacchione e di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli e inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, per comunicare ufficialmente un’inedita iniziativa di protesta: la serrata, ossia la chiusura degli ombrelloni.
“Un’iniziativa doverosa – sostengono, come riportato dal portale di settore, MondoBalneare – di fronte a un’irresponsabile e sconcertante fuga dalle proprie responsabilità della politica e segnatamente del Governo. Infatti, nessun esponente politico ha contestato che sia un’azione sindacale ampiamente giustificata”. “Già con il suo semplice annuncio, l’iniziativa ha sortito l’effetto desiderato: richiamare l’attenzione di tutti sulla nostra problematica e sulla necessità e urgenza di un intervento legislativo chiarificatore. Stiamo preparando il materiale divulgativo per un’adeguata informazione della nostra clientela e dell’opinione pubblica. È opportuno che siano coinvolti tutti i nostri associati e ogni balneare di qualsiasi organizzazione sindacale di appartenenza. Dovrebbe essere evidente a tutti il rischio concreto e reale di perdere lavoro e aziende e che un aiuto del governo o è ora o sarà inutile”.
Questo il testo della lettera di Sib e Fiba: “È nota la gravità e urgenza della questione balneare, che riguarda non solo gli stabilimenti balneari, ma tutti i concessionari di porzioni di demanio marittimo, lacuale e fluviale (ristoranti, chioschi, alberghi, campeggi, eccetera). La mancata emanazione di un provvedimento legislativo chiarificatore per una corretta applicazione della direttiva Bolkestein ha creato un caos amministrativo in danno dei balneari e del Paese. Si rischia oramai di distruggere la balneazione attrezzata italiana, un settore efficiente e di successo che il mondo ci invidia. Tale provvedimento è da mesi inutilmente invocato da tutte le associazioni di categoria, dai Comuni e dalle Regioni di ogni orientamento politico. Nel frattempo gli enti concedenti (Comuni e Autorità di sistema portuale) stanno procedendo a emanare i bandi per la riassegnazione delle concessioni demaniali, pur in assenza di un’indispensabile regolamentazione nazionale, con conseguente esteso e grave contezioso in sede giudiziaria che siamo costretti a intraprendere per la tutela delle aziende attualmente operanti. Si è pertanto creata una situazione caotica che impone al governo e al parlamento di adottare un provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori privati e agli Enti che esercitano le funzioni amministrative. Serve adesso, in autunno sarà troppo tardi!”.
“Le scriventi organizzazioni maggiormente rappresentative delle decine di migliaia di aziende balneari – conclude la lettera -, preso atto di questa pericolosa situazione dannosa per tutti (istituzioni, operatori economici e cittadini), hanno pertanto deciso di continuare la mobilitazione della categoria già proclamata nella scorsa primavera, prevedendo una pluralità di iniziative sindacali che si svolgeranno nelle prossime settimane, ivi compresa la chiusura degli ombrelloni in tutta Italia, qualora si dovesse arrivare alla pausa estiva dei lavori parlamentari senza che sia emanato alcun provvedimento che colmi l’attuale vuoto legislativo fonte di grave e pericoloso caos amministrativo”.
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