Con l’accordo tra Forza Italia e il Governo è stato approvato l’emendamento della forzista Debora Bergamini al Dl Rilancio sul tema delicato delle concessioni balneari: di fatto viene estesa proroga delle concessioni su spiagge e simili fino al 2033, dopo che negli ultimi anni il tema era stato prorogato di anno in anno. «Un risultato importante per far applicare la proroga delle concessioni al 2033. Ringrazio il senatore Gasparri e i colleghi di Forza Italia della Commissione Bilancio per l’obiettivo raggiunto grazie al lavoro di squadra. Ancora una volta, Forza Italia è al fianco di una categoria fondamentale per la ripartenza dell’Italia e che da mesi combatte contro le incognite di questa crisi», spiega la Bergamini.
Ed è proprio l’accordo Pd-Gasparri a fare scattare non poche polemiche sia in Parlamento che negli osservatori ed esperti del settore: la modifica di fatto congela i procedimenti amministrativi «per la devoluzione delle opere non amovibili, per il rilascio o l’assegnazione, con pubblica evidenza, delle aree oggetto di concessione demaniale marittima salvo il caso di revoca della concessione oppure della decadenza del titolo per fatto e colpa del concessionario diverso dal mancato pagamento dei canoni», si legge nella scheda di sintesi della Camera. Sono infine prorogate le concessioni per la realizzazione e la gestione, a cura di società sportive, «di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti di ormeggio», oltre alla concessione del demanio di fiumi e laghi con altri 15 anni di proroga.
CONCESSIONI BALNEARI, CALENDA ATTACCA IL GOVERNO (E FI)
«La Commissione Bilancio approva un emendamento al decreto rilancio che conferma la proroga al 2033 delle concessioni balneari. Se il settore è in crisi quest’anno vanno bene sussidi temporanei. Non un regalo (niente gare e canoni risibili) per i prossimi 13 anni. Pazzesco!!!», attacca su Twitter Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani. Il tema scalda però anche le opposizioni come Azione che non ci stanno all’accordo siglato tra Governo e Forza Italia nel Dl Rilancio: secondo Carlo Calenda «Ora, l’Italia riceve da tutte le concessioni balneari, da tutte le spiagge italiane, 100 milioni di euro, praticamente zero. Funziona che queste concessioni, che si perpetuano sostanzialmente nelle famiglie, non vanno mai a gara e pagano dei canoni irrisori». Nell’idea dell’eurodeputato, ad esempio lo stabilimento più Vip di Capalbio «paga 4 mila 500 euro l’anno di canone. Credo che un ombrellone per la stagione ne costi circa 3 mila. Più o meno con un ombrellone si rifà perciò di tutto il costo della concessione annuale. Chiaramente questo non è affatto giusto»; la modalità per provare ad uscire dal meccanismo di “regalo” alle spiagge sarebbe quella di rimodulare le gare per riconoscere punteggio più elevato a chi lavora già nella concessione e «responsabilità erariale ai Comuni, che rimborsino cioè lo Stato se non fanno lavoro di raccolta controllando che paghino almeno un canone minimo», conclude l’ex Ministro Mise.