IL SINODO DEI VESCOVI COME PRIMA PROVA “GENERALE” DEL PROSSIMO CONCLAVE

Non sono pochi ad aver definito il lungo Sinodo dei Vescovi convocato dal 4 al 29 ottobre in Vaticano come una prima vera “prova generale” del Conclave che porterà all’elezione in futuro del nuovo Pontefice dopo Papa Francesco. Gli ultimi due Concistori tra il 2022 e il 2023 ha lanciato nuovi 42 cardinali elettori, portando il numero complessivo degli “eleggibili” al Soglio Pontificio a quota 137: sebbene Papa Bergoglio abbia più volte allontanato le voci di possibili “dimissioni” e di conseguente convocazione del Conclave, l’occasione del Sinodo ha rimesso al centro le priorità del Magistero di Francesco e dei tanti nominati in questi anni dal Santo Padre come nuovi cardinali della Chiesa.



Donne, rapporto con i fedeli omosessuali, matrimoni “arcobaleno”, seminari, abusi, evangelizzazione, vocazioni in calo: questi e tanti altri gli argomenti affrontati dal Sinodo rigorosamente a porte chiuse, per volontà di Papa Francesco: è in queste discussioni, nei lavori preparati e discussi ai partecipanti al Sinodo, che emergerà un’indicazione importante sul “profilo” dei cardinali pronti ad incarnare gli obiettivi che la Chiesa si prefiggerà nei prossimi decisivi anni di lotta alla secolarizzazione e promozione di una rinnovata evangelizzazione (anche viste la costante diminuzione di vocazioni e la crisi stessa della partecipazione alla messa). Ai lavori sinodali dei vescovi mondiali sono presenti in tutto 61 cardinali tra quelli elettori: ebbene, come spiega “La Repubblica”, l’assemblea sembra avvicinarsi parecchio allo scenario che si avrà durante il prossimo Conclave. Progressisti e conservatori, outsider e curiali, «Difficilmente questo Papa fa qualcosa per caso» ha commentato un presule rimasto anonimo a “Rep”.



CONCLAVE CON 137 CARDINALI ELETTORI: CHI SONO, LE NOMINE E LO SPIRITO SANTO

Il numero dei cardinali elettori al momento se dovesse tenersi oggi il Conclave è salito a 137 dopo gli ultimi 21 aggiunti nel Concistoro del 30 settembre 2023: di questi, 99 sono stati nominati da Papa Francesco durante il suo Magistero. Significa che due terzi del totale sono cardinali scelti e potenzialmente in grado di seguire il Magistero di Bergoglio: l’occasione del Sinodo è stata utile perché molti porporati potessero banalmente conoscersi meglio, discutendo nel merito delle urgenze in capo alla Chiesa Cattolica. «Al momento non vedo ancora nessuna personalità che si sia imposta come un candidato naturale», racconta un padre sinodale intercettato dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.



Rappresentati al Sinodo vi sono anche tutte le aree geografiche che si ritroveranno nel futuro indefinito Conclave: dal Mediterraneo al Vecchio Continente, dall’Africa emergente al Sud-America, dal Nord-America diviso tra progressisti e conservatori fino all’Asia, con il “caso cinese” che ancora tiene banco per l’accordo flebile Vaticano-regime comunista. I nomi dei cardinali presenti al Sinodo potrebbero però già essere alcuni dei più “interessanti” da tenere sotto stretta osservazione in vista di un futuro Pontefice dopo Francesco: dai “pro-Bergoglio” Jean-Claude Hollerich (relatore del Sinodo e cardinale gesuita) a Matteo Zuppi , presidente CEI, con anche l’arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn (allievo di Ratzinger) e il filippino Louis Antonio Tagle. Sul fronte più tradizionalista invece il cardinale Gerhard Ludwig Mueller, ex Dottrina della Fede, Peter Erdo, Robert Sarah e lo srilankese Malcom Ranjith (questi ultimi due non presenti però al Sinodo). A colpire in questi giorni di lavori in Vaticano anche due importanti interventi in difesa della Dottrina Sociale della Chiesa è stato anche il Cardinale Parolin, Segretario di Stato e capo della diplomazia vaticana mondiale. Insomma, un grande evento per una grande riunione di porporati: un’occasione importante per iniziare a porre le basi di un futuro delicato dialogo – benedetto, come da tradizione, dallo Spirito Santo – su cosa potrebbe emergere nel prossimo Conclave.